Dopo lo sciopero dello scorso 24 settembre, il gruppo di Fridays For Future Messina torna in piazza per chiedere più “giustizia climatica”. Venerdì 22 ottobre, dalle 17.00, il gruppo messinese sarà a Piazza Unione Europea con due momenti di confronto: la “lavagnata” e la “Mostra for Future”.
«Sarà un momento di confronto – fanno sapere i referenti di Fridays For Future Messina – per spiegare il cambiamento climatico e istruirci su cosa si può fare per arginarlo e costruire un sistema sostenibile».
Dalla preCOP 26 a Piazza Unione Europea, Fridays For Future Messina torna in piazza
Per la manifestazione di venerdì 22, il gruppo di Fridays For Future Messina sceglie l’arte per veicolare i messaggi contro la transizione ecologica, la crisi ambientale e per farsi ascoltare dai “grandi della terra”. «L’arte – prosegue la nota – farà da sfondo a tutto questo, pensiamo che non ci sia modo migliore per comunicare e trasmettere i valori dell’ambientalismo e della riconnessione alla natura, in quanto l’arte è capace di riconnetterci ai lati più profondi di noi stessi. Uniamoci per elaborare una visione ecologista, capace di esprimere un immaginario, anche fisico, del futuro che vogliamo.
Questo 22 ottobre scendiamo di nuovo in piazza in tutto il mondo. Alla preCOP 26 a Milano i leader mondiali hanno detto di ascoltarci, ma la crisi climatica e ambientale continua a non essere trattata come un’emergenza. Stando agli obiettivi dei governi, le emissioni globali aumenteranno del 16% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2010 – secondo il rapporto dell’UN Climate Change. Questo mette il mondo rovinosamente fuori strada per raggiungere l’obiettivo dell’accordo di Parigi di mantenere il riscaldamento globale a 1,5°C».
Cosa chiede Fridays For Future
I gruppi nati in tutta Italia si danno appuntamento questo venerdì per chiedere azioni immediate. «Facciamo – scrivono ancora i ragazzi del gruppo di Messina – particolare pressione perché non sia lasciato indietro nessuno, in particolare i più emarginati. Gli stati ricchi e più responsabili storicamente delle emissioni hanno il dovere morale di aiutare i paesi in via di sviluppo. I vuoti proclami della politica “tradizionale” e le vane promesse del Ministro Cingolani, dimostrano lo scarso interesse per delle soluzioni reali.
Abbiamo già denunciato l’insufficienza dei fondi stanziati nel PNRR, dal piano non emerge un cambiamento di rotta rispetto al sistema socio-economico dominante; si tratta semplicemente di una lista della spesa la cui ripartizione delle voci risente delle pressioni e delle richieste dei partiti politici che sostengono il governo.
La cifra messa a disposizione per quella relativa a “rivoluzione verde e transizione ecologica” non raggiunge il 37% dei fondi complessivi (richiesto come quota minima dal Regolamento europeo) e manca una reale strategia di uscita dai combustibili fossili per il passaggio all’energia elettrica prodotta totalmente da fonti rinnovabili entro il 2050.
Noi rifiutiamo questa finta transizione ecologica, e rivendichiamo la possibilità di sognare un mondo diverso, di poterlo narrare in modo diverso. Per questo anche a Messina ci mobiliteremo in piazza, non sarà una giornata scandita dalla paura dettata dal pericolo concreto del cambiamento climatico, ma una giornata di arte e di speranza».
(113)