manifestazione degli studenti di messina scesi in piazza per fridays for future

Fridays for future. I giovani di Messina di nuovo in piazza per salvare il pianeta

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Gli studenti di Messina sono tornati in piazza stamattina per unirsi al quarto Fridays for future, la manifestazione globale lanciata dalla giovanissima Greta Thunberg per spingere gli adulti e i propri coetanei a fare qualcosa per fermare i cambiamenti climatici in atto e salvare il Pianeta.

«Distruggi il sistema, salva il pianeta» è stato questo il messaggio che, forte e chiaro, ha sfilato in corteo per le vie della città dello Stretto, portato avanti da centinaia di persone tra studenti del liceo e dell’Università peloritana e cittadini che hanno voluto unirsi a loro.

Non è la prima volta che Messina aderisce allo sciopero globale per il clima, già nelle scorse giornate del Fridays for future gli studenti della città dello Stretto si sono uniti alle migliaia di coetanei sparsi per il mondo per far sentire la propria voce. Gli obiettivi sono sempre gli stessi, cambiare le sorti del pianeta e garantire alla Terra un futuro.

Ma a spiegare meglio le ragioni degli studenti scesi in piazza oggi a Messina e in giro per il mondo è stata Domiziana Giorgianni, una dei promotori dell’iniziativa: «Oggi, in nome del profitto, imprese, lobbies e multinazionali non guardano in faccia nessuno e nel loro agire mettono in discussione la stessa prosecuzione della vita sul nostro territorio e, in generale, sull’intero pianeta. Davanti a noi una catastrofica situazione ma anche una consapevolezza: con azione collettive e concrete, con impegno e protagonismo, un cambio di rotta è possibile. Restare nella nostra terra, dunque, per cambiare le condizioni in cui essa versa. Dobbiamo quindi partire da qui e lottare contro tutte quelle opere quali discariche, raffinerie e trivelle che le multinazionali impongono sul nostro territorio. Continueremo su questa strada avendo sempre chiaro il nostro obiettivo: ribaltare il vigente sistema di produzione basato sul consumismo e lo sfruttamento capitalista delle risorse dei nostri territori».

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