Nuovo allarme: i cinghiali invadono alcune zone della città. A farsi carico delle numerose segnalazioni è il consigliere della V circoscrizione, Paolo Barbera, che in riferimento alla convocazione di un incontro nella sede dell’assessorato comunale all’ambiente, in programma mercoledì prossimo, 2 settembre, alle 12, avvenuta dopo le numerose segnalazioni di questi mesi, pur stemperando un certo clima di allarmismo che purtroppo si sta diffondendo, chiede “un’azione coordinata e tempestiva da parte di tutte le istituzioni coinvolte”.
“Quel che è certo – scrive Barbera – è la straordinaria e anomala crescita del numero di esemplari di cinghiale non solo nei boschi dei Peloritani, ma anche in tutti i villaggi collinari e ultimamente anche in pieno centro cittadino”.
“Tale pressione – spiega – comporta danni evidenti alle attività economiche rurali (coltivazioni ma anche allevamenti), problematiche di assetto del territorio (soggetto a piccole frane e smottamenti) ma anche una certa preoccupazione per l’aggressività che tali animali possono manifestare laddove percepiscano situazioni di pericolo, come peraltro inevitabilmente avviene nel caso di branchi che vagano in pieno centro cittadino”.
“Inoltre – prosegue il consigliere Barbera -, sembrerebbe vi sia una elevata percentuale di animali ammalati di tubercolosi con evidenti rischi di epidemie e possibilità di contagio”.
“Pur ribadendo la necessità di scongiurare ogni inutile allarmismo – propone -, si ritiene necessario introdurre, anche temporaneamente, alcuni provvedimenti urgenti: la dichiarazione dello stato di emergenza con individuazione di un commissario dotato dei necessari poteri; il riconoscimento, in ragione dello stato di emergenza, di condizioni più flessibili nella disciplina dell’attività venatoria rispetto a quanto stabilità con il Calendario Venatorio e il Decreto che regolamenta l’attività venatoria, per la stagione 2015/2016, nel sito Natura 2000 ITA030042 Monti Peloritani, Dorsale Curcuraci, Antennamare e Area marina dello Stretto di Messina, che attualmente limitano la caccia al cinghiale nel territorio in oggetto al periodo 1 novembre 31 gennaio, con diverse restrizioni operative; l’istituzione di un servizio di prelievo in sicurezza dei capi di cinghiale che si trovassero nei centri abitati; la valutazione, come extrema ratio qualora l’ampliamento delle condizioni di cacciabilità non fossero sufficienti a riequilibrare la pressione ambientale, dell’adozione di piani di cattura o abbattimento, anche selettivi, recentemente normativamente ammessi «nel caso di abnorme sviluppo di singole specie tale da compromettere gli equilibri ecologici o tale da costituire un pericolo per l’uomo o un danno rilevante per le attività agrosilvopastorali»; nei parchi, nelle riserve e nelle aree della rete Natura 2000, come nel caso dei Peloritani Messinesi, eventuali prelievi faunistici e abbattimenti selettivi sono limitati a quelli necessari per ricomporre squilibri ecologici accertati dal gestore dell’area protetta”.
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