Foto di Cateno De Luca con la fascia di Sindaco di Messina

Dimissioni De Luca, oggi è il giorno del giudizio: in Aula la mozione “di fiducia”

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Oggi, mercoledì 3 febbraio, il Consiglio Comunale si riunirà per discutere la mozione che il consigliere Nello Pergolizzi ha presentato per invitare il sindaco di Messina Cateno De Luca a ritirare le proprie dimissioni. I lavori inizieranno alle 10.30, alla fine di una settimana politica complicata, che ha visto scontri accesi tra le pareti di Palazzo Zanca, scissioni all’interno dei gruppi consiliari e nette prese di posizione. Cosa succederà, quindi? E, soprattutto, alla fine di quella che si prospetta come una lunga giornata per gli abitanti del palazzo comunale, il Primo Cittadino farà un passo indietro?

Andiamo con ordine. Quando il sindaco di Messina ha annunciato le proprie dimissioni le ha legate a due fattori: la revoca dell’incarico di direttore generale dell’ASP a Paolo La Paglia e la “riuscita” della propria ordinanza (quella del 17 gennaio, non quella ritirata solo pochi giorni prima) nel far abbassare i contagi da coronavirus nella città dello Stretto. Il primo “obiettivo” è stato mancato, il secondo no. Anche se va sottolineato come i casi di positività siano diminuiti in tutta Italia e la Sicilia stessa è uscita dalla zona rossa per passare a quella arancione.

Successivamente i termini della questione sono mutati: il sindaco ha infatti legato le proprie dimissioni al bilancio di previsione 2021-2023 (approvato ieri con 16 voti favorevoli dopo l’uscita di PD, LiberaMe e M5S dall’Aula) e alla mozione presentata dal consigliere comunale Nello Pergolizzi (ex LiberaMe, oggi al Gruppo Misto) in cui sostanzialmente si chiede al Sindaco di non abbandonare la carica. «Sarà importante – aveva scritto De Luca in proposito – verificare se su 32 consiglieri comunali almeno 17 voteranno per la richiesta di farmi ritirare le dimissioni e nel contempo stare al mio fianco per liberare Messina da questa cappa di malasanità».

La mozione approderà in Aula stamattina alle 10.30 a conclusione di una settimana segnata dalla conflittualità politica. Dopo le dichiarazioni del Primo Cittadino, che – lo ricordiamo – ha definito i consiglieri comunali “asini volanti”, una serie di botta e risposta al vetriolo, che ha coinvolto sia il centro-sinistra, che il centro-destra e il Movimento 5 Stelle, l’ultimo episodio da segnalare è stata la decisione del presidente e del vicepresidente del Consiglio Comunale, Claudio Cardile e Nino Interdonato, di rivolgersi alla Digos a causa dei «continui insulti e delle reiterate invettive contro il Civico Consesso, da parte del sindaco Cateno De Luca e dei suoi seguaci».

Infine, ieri in Aula il bilancio di previsione è stato, sì, approvato, ma solo dopo l’uscita del Movimento 5 Stelle, del Pd e di Libera Me, e dopo un dibattito serrato durante il quale non sono mancate le stoccate contro il Primo Cittadino (assente alla discussione e sui social nelle ultime 24 ore). In teoria, sulla base delle dichiarazioni dei giorni scorsi, i 17 voti appaiono difficili da ottenere, ma è ancora tutto da vedere (l’approvazione del Cambio di Passo, un anno fa, ne è una prova).

Cosa succederebbe se effettivamente il sindaco Cateno De Luca si dimettesse alle 24.00 di oggi, mercoledì 3 febbraio? Il Consiglio Comunale, sulla base di una legge regionale, resterebbe in carica. Il Comune di Messina sarebbe comunque nelle mani di un commissario.

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