Avviare la liquidazione della società Messinaservizi Bene Comune per ricondurre la gestione del servizio di raccolta rifiuti nella forma di appalto di servizio a società privata nell’ambito della gestione A.R.O (Ambito Raccolta Ottimale). Gli atti per poter procedere alla liquidazione dovranno essere presentati entro il 31 ottobre 2018.
Questo si legge in una delibera della Giunta De Luca che avvia, così, il procedimento finalizzato alla riduzione delle società partecipate e la riorganizzazione dei servizi ai cittadini, sul quale però, dovrà esprimersi anche il Consiglio Comunale.
Nonostante le rassicurazione dell’Assessore Dafne Musolino, che qualche giorno fa ha confermato che il personale della Messinaservizi non andrà incontro ad alcun rischio occupazione, arriva puntuale l’allarme dell’ex Assessore all’Ambiente, Daniela Ialacqua che, in una nota afferma: «Un duro attacco al buon lavoro fatto dalla passata amministrazione sulla base di una procedura durata quasi 4 anni che ha avuto il parere favorevole della Regione, del collegio dei revisori, del Consiglio Comunale, dei sindacati, senza dimenticare i lavoratori che con apprensione hanno seguito in questi anni tutti i lavori consiliari in tribuna a sostegno della nascita della nuova società in house che garantiva loro la stabilità del posto di lavoro.
Ci domandiamo: che senso ha ed a chi serve distruggere una nuova società pubblica con un contratto di servizio di 300milioni in 9 anni? Perché non impegnarsi da subito per raggiungere gli obiettivi di legge che la nuova società intende perseguire con il nuovo piano industriale? Come pensa il sindaco De Luca di portare a termine il suo obiettivo di privatizzazione senza modificare il piano ARO e le delibere comunali collegate che davano indicazione per la gestione in house? Cosa ne pensano i nuovi consiglieri comunali? Ed i sindacati?
Una cosa è certa, non staremo con le mani in mano, chiameremo a raccolta tutte le forze politiche e sociali che come noi e con noi in questi anni hanno combattuto contro la privatizzazione dei servizi pubblici essenziali».
Nella stessa delibera, oltre che a porre le basi per la liquidazione anche di ATM e AMAM, viene stabilita anche la vendita della partecipazione comunale pari al 33% nella società INNOVABIC offrendola agli altri due soci (Università di Messina al 34% e Città Metropolitana al 33%) e, in caso di rifiuto, procedere alla messa in liquidazione, ove ne ricorrano le condizioni di legge.
Si delibera, inoltre, la vendita delle azioni della Monte Paschi di Siena S.p.A pari a n.894 dal valore nominale di 0,31 ciascuna al valore di mercato.
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