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Danni alla Casa dello Studente, il collettivo: “Non siamo stati noi, vittime di un processo mediatico”

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collettivo studentescoNon ci stanno a passare come gli autori dei danni alla Casa dello Studente. E si dicono soggetti a un processo mediatico. A nome del collettivo studentesco che fino al 2 maggio ha occupato la struttura di via Cesare Battisti hanno parlato oggi Filippo Alessandro, Elena Zanghì e Nivia Catarsini, sostenuti dai consiglieri comunali di Cambiamo Messina dal Basso, Ivana Risitano e Luigi Sturniolo. I tre studenti hanno raccontato che il gruppo con il sopralluogo di vigili urbani e tecnici dell’Ersu che avrebbero riscontrato danni per 40mila euro non c’entra nulla.

Alessandro: “Quando il 2 maggio siamo andati via comunicando ufficialmente di lasciare l’occupazione la notizia ha lasciato indifferenti, quando si sono scoperti gli atti vandalici siamo stati oggetto di un processo mediatico, non sappiamo cosa sia successo dal 2 maggio in poi, abbiamo lasciato le chiavi ai custodi, abbiamo lasciato tutto in ordine come abbiamo trovato, pensiamo che l’azione sia stata fatta da qualcuno per accusarci, abbiamo sentito voci di persone che avrebbero visto passaggi di suppellettili dopo il 2 maggio”.

La Zanghì: “Non siamo stati noi, il nostro intento era di creare uno Studentato autogestito, non abbiamo velleità di dire che all’interno abbiamo lasciato tutte opere d’arte ma le poesie sui muri sì, sono opere d’arte”.

Il consigliere Sturniolo: “Il danno riscontrato non esiste, dov’è la perizia? Chi l’ha fatta? Gli scritti sui muri poi sarebbero stati coperti dai lavori che stanno per essere avviati, bisogna ridefinire il giudizio politico sull’occupazione alla Casa dello Studente, dei danni erano già presenti dal primo giorno di occupazione, si è costruita una scena del delitto ad arte”.

Perplessità sono state rivolte dal comitato al bando dell’Ersu di riqualificazione e ristrutturazione della Casa dello Studente che prevede, a quanto pare, lavori generali di messa in sicurezza a costi più alti di quelli che probabilmente si sarebbero potuti affrontare. @Acaffo

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