Dopo una giornata di silenzio e aver saltato l’ormai consueto appuntamento pomeridiano di aggiornamento, ieri sera il sindaco di Messina è tornato a parlare. Lo ha fatto sempre tramite Facebook in una diretta di un’ora in cui non ha esitato ad attaccare, annunciare querele ma anche tentare di difendersi dagli attacchi che lo hanno visto protagonista domenica e lunedì.
Il tutto, però, è iniziato con la lettura di alcuni dati che Cateno De Luca dice di aver ricevuto da un amico che lavora nel mondo della comunicazione: «Sarei in questo momento nell’ambito della comunicazione politica, al 27 posto tra i politici italiani per seguaci su Facebook – afferma De Luca. Sei il settimo politico in Italia di cui si discute di più, nel bene e nel male, e il politico siciliano più popolare sui social, mi ha informato questo mio amico. Qui ho cominciato a riflettere e da qui comprendo alcune cose che non avevo compreso, come certe pressioni a livello mediatico ma anche le chiusure di certe istituzioni».
«Ma io non ho fatto altro che raccontare quello che faccio, la mia quotidianità e le mie battaglie. È una comunicazione imperfetta ma qui non c’è una squadra impegnata ad aggiustare la mia comunicazione. Gli strafalcioni che faccio su Facebook sono immensi, non c’è una strategia comunicativa. Sono il sindaco di Messina, sto cercando di tutelare la mia comunità ed essendo Messina la porta della Sicilia tutelo anche i siciliani».
E da qui sono partite le risposte agli attacchi ricevuti nelle ultime ore.
L’articolo di Selvaggia Lucarelli
Selvaggia Lucarelli ha pubblicato un articolo sulla testata TPI in cui etichetta il sindaco Cateno De Luca ad un Salvini in miniatura. Nell’articolo si legge: «Siccome di propaganda non ne ha fatta abbastanza, va nel quartiere delle baraccopoli di Messina per distribuire uova di Pasqua ai bambini delle famiglie più povere. Ovviamente la gente si accalca, è pieno di adulti e bambini senza mascherine (a cui non dice nulla), lui si fa pure qualche selfie». E su questo punto il sindaco ribatte dicendo: «Di tutto quello che ha scritto questa Selvaggia non me ne frega nulla. Di tutto l’articolo spazzatura che ha fatto c’è un’imprecisione. Racconta della consegna delle uova di pasqua dove lei dice che non avrei fatto nulla per evitare l’assembramento. Il video spopola e dà la prova della qualità di questo personaggio. Che si occupasse di danza del ventre».
La Messina Family Card
«La Messina Family Card qui è partita, in altre città no. Musumeci dopo aver sbandierato i 100 milioni ci ha mandato solo 30 milioni e non ci ha detto quando ci darà gli altri soldi. Ecco perchè siamo in difficoltà. Sono state presentate 7.670 in 3 giorni di funzionamento, chiesti sussidi per 2milioni e 467 mila euro, 210mila euro sono già stati spesi. Quale Comune ha previsto di pagare anche le bollette e l’affitto per marzo aprile e maggio? Questa è la vera amministrazione e su questo dovrebbero essere anche viste tutte le situazioni di cui parliamo. Ma quando tutto il lavoro che è stato fatto deve essere sporcato dalla falsa rappresentazione di alcune vicende mi ferisce, come primo cittadino e come città di Messina. Noi siamo all’avanguardia e i nostri modelli amministrativi vengono presi ad esempio da altre realtà. Sono fatti, piaccia o non piaccia».
La consegna delle uova di Pasqua al Rione Taormina
Poi Cateno De Luca è tornato a parlare della consegna delle uova al Rione Taormina. «Voi messinesi sapete cosa sono le baracche. Il Garante per l’infanzia, quante volte si è riunito per tutelare i bambini che stanno sotto l’amianto? Di quello non ne parlate. È logico che la nostra attenzione per loro è stata massima. Abbiamo cercato di dare un piccolo segno di speranza, questo abbiamo fatto. Sono andato a salutare al Rione Taormina e io cosa ci posso fare se non emozionarmi a quella che è stata la manifestazione d’affetto improvvisata. Denunciatemi pure per essere andato nel posto più vergognoso della nostra città e non per le persone che ci vivono. Cosa dovevo fare? Una vicenda che è durata 7 – 8 minuti e ho cercato di far mantenere le distanze per quello che ho potuto. Quei bimbi erano emozionati, qualcuno di loro era anche con le lacrime, un arricchimento umano che non ha pari. Io che sono lo sceriffo avrei trasgredito le regole?».
#iorustuacasapica**imei
Tra gli argomenti affrontati dal sindaco anche l’ormai famoso hashtag #iorustuacasapica**imei, diffuso in un audio messaggio per le vie della città e per il quale è stato presentato un esposto. «Ho cercato di farmi capire in tutti i modi. Parole scurrili? Fa parte del mio metodo. Ho fatto un errore nel non fare due audio (il sindaco nello stesso messaggio ha augurato anche una Santa Pasqua, ndr) e l’ho ammesso. Non sono pentito dell’hashtag: è un modo colorito e i messinesi lunedì erano a casa. Ringrazio tutte le Forze dell’Ordine che hanno passato con noi il lunedì di pasqua in giro. L’hashtag ha portato a barbecue nei balconi e nei terrazzi. Alcuni che sembravano assembramenti sono stati verificati e ognuno era nella propria porzione di terrazzo. Io sono orgoglioso, messinesi avete dato un grande esempio».
Il rimprovero dell’Arcivescovo
L’hashtag del sindaco, però, non è piaciuto affatto all’Arcivescovo di Messina, Monsignor Giovanni Accolla che dall’altare si è detto amareggiato, affermando: «È una vergogna. Dovrebbe pentirsi pubblicamente chi va veicolando linguaggio turpe». Cateno De Luca non ha usato parole dolci nemmeno nei suoi confronti. «Non ho accettato lo schiaffo pubblico che mi ha dato sua Eccellenza. Avrei gradito una telefonata, come abbiamo fatto in altre occasioni, invece mi ha voluto schiaffeggiare pubblicamente. Eccellenza io questo non l’ho gradito perchè non lo meritavo. Mi ha fatto passare una pessima Pasqua. L’errore l’ho riconosciuto (solo l’aver accostato l’hashtag agli auguri pasquali nello stesso messaggio, ndr) ma non si possono schiaffeggiare istituzioni che collaborano. Tra Palazzo municipale e Istituzioni ecclesiastiche c’è sempre stato un ottimo rapporto. Pretendo lo stesso rispetto che ho sempre avuto e sempre avrò nei suoi confronti. Il caso è chiuso qui, non c’è bisogno di aggiungere altro. Per il futuro gradirei: al fronte dei miei peccati mi confessi e mi assolva e se devo fare pubblica ammenda la farò come ho sempre fatto».
Il corteo funebre di Sparacio
Sabato scorso a Messina è avvenuto il trasporto della salma di Rosario Sparacio, fratello dell’ex boss Luigi Sparacio, dall’abitazione al cimitero. Dietro il carro funebre, come mostrano immagini apparse sui social e in rete, c’erano alcune decine di persone. Sull’accaduto la Procura di Messina ha aperto un fascicolo per accertare se dietro al carro funebre ci siano stati assembramenti. Su quanto accaduto, diversi esponenti politici, hanno attaccato duramente De Luca, accusandolo di non aver fatto nulla per impedire il corteo.
«I fatti sono i seguenti – ha tuonato il sindaco. Io non sapevo nulla, l’ho saputo lunedì e quando l’ho saputo ho chiesto conto e ragione ed ho fatto fare alla Polizia Giudiziaria della Polizia Municipale una relazione. Sono contento che la Procura ha aperto un’indagine. Noi quello che era di nostra competenza lo abbiamo accertato. Mi dispiace che la famiglia mi ha ringraziato, io i ringraziamenti li ho respinti perché no ne voglio ringraziamenti di ambienti che non mi appartengono. La mafia mi fa schifo e mi farà sempre schifo».
Cateno De Luca ha poi annunciato querele nei confronti de Le Iene e Giulia Grillo, ha attaccato Claudio Fava affermando che «si dovrebbe sciacquare la bocca». Su Francesco D’uva, invece ha affermato: «D’Uva chi? Si è agganciato su questa questione del presunto funerale. Tu continui a giocare sporco pur di andare contro di me».
«È ovvio che devo stare più attento perché non accetto di essere tacciato come trasgressore delle regole, io che ho fatto di tutto e che farò di tutto per farvele rispettare. Una cosa è sicura- conclude De Luca – continuerò ad essere me stesso, così è se vi pare».
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