#iorustuacasapica**imei. Presentato esposto contro Cateno De Luca: «Volgare e inadeguato»

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«Il vostro sindaco vi augura una Santa Pasqua e ribadisce l’ordine di non uscire di casa. Io rustu a casa pi ca**i mei. Santa Pasqua a tutti voi». Questo l’audiomessaggio di Cateno De Luca, diffuso oggi dalle auto in giro per Messina. Un linguaggio ritenuto scurrile e diseducativo, che ha portato alcuni cittadini, attraverso due legali, a presentare un esposto contro il sindaco.

Nel documento si sottolinea, infatti, come il linguaggio utilizzato da Cateno De Luca «risulti violare, per modi e toni, i più basilari principi del vivere civico, della sobrietà e del decorso istituzionale rappresentando, a contrario, per la miscellanea che riesce a rappresentare, un messaggio così inadeguato da persino ingenerare confusione in chi lo riceve tale da non comprendere la distinzione tra sacro (“Santa Pasqua”), serio (“ribadisce l’ordine a non uscire di casa”), e faceto (recte scurrile) (“io rustu a casa pi ca**i mei”)». «L’accostamento dell’espressione scurrile “io rustu a casa pi ca**i mei” con quella dell’augurio sacro alla “Santa Pasqua” appare quanto mai inopportuno».

La diffusione dell’audio del sindaco di Messina arriva «a migliaia di altre famiglie con soggetti minori o soggetti incapaci di valutare con autonomia e discernimento tale messaggio, è impedito in tale caso di evitare a tali soggetti deboli l’ascolto di tale messaggio che, a contrario, è forzatamente recapitato».

La richiesta dei legali è chiara. «Intima al Comune di Messina, in persona del Dirigente al ramo pro tempore, ove tali mezzi siano di proprietà o in disponibilità del Comune, Alla Polizia Municipale di Messina, in persona del Comandante pro tempore, l’immediata cessazione della diffusione del messaggio». Infine, si chiede «alla Procura, al Ministro degli Interni, al Prefetto, all’Arcivescovo di Messina ed al Garante dei minori di Messina, ciascuno per le sue competenze di provvedere ad attivare ogni mezzo giuridico utile ad evitare il perpetrare della diffusione del messaggio».

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  1. Nemmeno in prospettiva delle festività la gente riesce a vedere l ironia. C è gente che muore e loro vanno a fare l esposto. Mi chiedo sicuramente queste persone non escono di casa oppure non hanno figli. Xké non hanno idea i giovani sui tram sugli autobus e per la strada cosa dicono anche di peggio. Vabbè x loro quello è poesia

  2. Siete MALATI. I MESSINESI SIAMO TUTTI CON IL NOSTRO SINDACO. GRAZIE A LUI QUESTA PANDEMIA LA STIAMO SCONFIGGENDO. VOI FATE PARTE DI QUELLA MESSINA BENE CHE CI AVETE ROVINATO. IN QUESTA CITTÀ.
    NOI FACCIAMO PARTE DELLA MESSINA PER BENE.

  3. Ti pareva… quando trovi un Sindaco che fa BENE il suo mestiere… saltano fuori sempre certi PERDITEMPO che pensano di sapere tutto invece farebbero bene a starsene zitti.

  4. Ma smettiamola con questo perbenismo…ero un modo per sdrammatizzare

  5. Scusate, ma quale ironia? Cosa succede nelle altre città? Siamo tutti in giro a fare Pasqua e Pasquetta? De Luca, uomo solo al comando contro il virus? La volgarità non è nelle sue parole e nel suo modo di fare politica. Far montare la rabbia, gonfiare i fatti, accusare e offendere tutti in nome dell’emergenza, far credere di essere l’unico ad avere adottato queste misure. Il gioco è facile, basta un po’ di logica. In quale città d’Italia si possono varcare i confini di un comune e girare liberamente senza il rischio di una multa. Chi oggi può mettersi in viaggio, auto, treno o altro se non debitamente autorizzato? Qualcuno può anche sfuggire, ma davvero pensate che la pandemia in Sicilia, la stia fermando De Luca? E tutto il centro-sud ha numeri contenuti nel contagio perché De Luca ha fatto quello show all’imbarco dei traghetti? Chi è autorizzato continua a sbarcare a Messina. Non ho visto, invece, in altre città un sindaco distribuire uova (della protezione civile) agli abitanti di un quartiere con baracche (ci sono ancora) senza distanza di sicurezza, a persone senza mascherina. E non ho visto, in altre città, il funerale del fratello di un boss con corteo a seguito (cento persone circa) senza l’ombra di un vigile, senza la voce rassicurante del sindaco. Il silenzio, in questi casi, è assordante più delle sue parolacce.

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