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Coronavirus e Sicilia. Approvati fondi per scuola, università e formazione professionale

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scuola, aulaApprovati, dalla Commissione Bilancio della Regione Sicilia, i fondi – per un totale di 120 milioni di euro – da destinare a scuola, università e formazione professionale. Interventi che serviranno per ripartire dopo il coronavirus.
«La previsione – afferma l’assessore all’Istruzione, Roberto Lagalla – di destinare congrue risorse all’istruzione scolastica e universitaria e al comparto della formazione professionale, se definitivamente approvata dall’Aula nei prossimi giorni, consentirà di operare in una logica di rilancio e modernizzazione dei tradizionali modelli di istruzione e formazione, tali da valorizzare l’innovazione e da superare i ritardi educativi, garantendo la partecipazione attiva della comunità educante e la tutela dei livelli occupazionali nel settore della formazione professionale.»

Scuola, Università, Formazione professionale – i pilastri dell’Isola

Sono questi tre dei pilastri su cui punta il governo Musumeci per garantire sviluppo e crescita della Sicilia dopo l’emergenza del coronavirus. In fondi per la Sicilia serviranno a rafforzare le misure già adottate per il comparto, come sostiene l’assessore. «L’intenso lavoro di questi giorni – spiega Lagalla – reso possibile dalla chiara impostazione del presidente Musumeci e della giunta di governo e favorito, nelle Commissioni Istruzione e Bilancio, dal convergente lavoro dei parlamentari di coalizione e di opposizione, nonché dei presidenti Sammartino e Savona e dell’assessore Armao, consentirà alla Sicilia di dare continuità, rafforzandole, alle misure già adottate a sostegno dell’intero comparto, sin dall’insorgere dell’emergenza coronavirus
Le risorse economiche, per un totale complessivo di 120 milioni di euro – saranno destinate al sostegno del sistema regione di istruzione e formazione, alla gestione dell’emergenza e alla realizzazione di innovative e più qualificate azioni di cambiamento nella prospettiva della regolare ripresa delle attività, dopo l’epidemia Covid-19.

Come verranno ripartiti i fondi per la Sicilia?

Gli interventi economici pari a 120 milioni di euro verranno ripartiti come segue:
  • 30 milioni: per la formazione professionale, di cui: 15 milioni utili all’incremento del fondo di garanzia; 10 milioni destinati all’aggiornamento e alla riqualificazione degli operatori iscritti all’Albo della formazione, attualmente non occupati.
  • 5 milioni: per il potenziamento della didattica a distanza e l’acquisto di dispositivi informatici ad uso individuale, sempre nell’ambito della formazione professionale.
  • 25 milioni: destinati a scuole di ogni ordine e grado, università ed enti di formazione, per adeguare i locali alla necessaria adozione di misure di distanziamento sociale, agevolare la sanificazione degli ambienti e provvedere alla distribuzione di dispositivi di protezione individuale per operatori e studenti.
  • 7 milioni: per le scuole paritarie e dell’infanzia, a compensazione dei minori introiti da rette di iscrizione.
  • 5 milioni: a favore degli universitari per erogare un contributo forfettario, di circa 500 euro, agli studenti fuori sede che non avranno trovato accesso al bando già emanato, in questi giorni, dall’Assessorato.
  • 6 milioni: a sostegno del diritto allo studio, per gli studenti universitari idonei ma non assegnatari di borsa Ersu.
  • 8 milioni: per l’alta formazione di cui; 5 milioni per le borse di studio aggiuntive per le scuole di specializzazione di area medica e sanitaria e 3 milioni per ulteriori interventi a sostegno dei dottorati di ricerca.
  • 15 milioni: per la la scuola digitale, l’implementazione della didattica a distanza, l’ammodernamento della relativa infrastrutturazione ed il miglioramento delle dotazioni tecnologiche, nonché per l’aggiornamento professionale dei docenti.
  • 20 milioni: per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica e ridurre i livelli di povertà educativa nelle aree territoriali a maggiore disagio economico e sociale.

Inoltre, è stata proposta l’esenzione dal pagamento delle tasse universitarie, per gli studenti siciliani, in atto iscritti fuori regione, che decideranno di rientrare e di iscriversi, nel prossimo anno accademico, in uno degli Atenei della Sicilia: l’intervento prevede un impegno complessivo di 4 milioni di euro.

Risorse economiche che potrebbero colmare un vuoto

«L’azione del governo regionale che, – conclude Lagalla –  per espressa volontà del Presidente Musumeci, ha ritenuto, in questo particolare momento storico, di coinvolgere ampiamente tutte le forze politiche nel disegnare il futuro possibile dell’istruzione in Sicilia, si colloca nell’alveo delle previsioni normative della legge per il diritto allo studio e fornisce inequivocabili risposte a quanti, scettici a dispetto di ogni evidenza, non avevano perso occasione di definire vuoto e privo di risorse quel provvedimento legislativo, oggi rivelatosi fondamentale per attrarre adeguate risorse ad un organico progetto di riqualificazione dell’istruzione su scala regionale.»

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