coronavirus. controlli della polizia metropolitana di messina

Coronavirus. Controlli e posti di blocco a Messina: il resoconto della Polizia Metropolitana

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Sono stati avviati già dai giorni scorsi controlli serrati della Polizia Metropolitana sul territorio di Messina con posti di blocco in città e lungo le strade provinciali. Gli agenti, diretti dal Comandante Col. Antonino Triolo, sono impegnati, soprattutto, nella verifica delle autorizzazioni dei passeggeri dei pullman in viaggio lungo il territorio metropolitano. I servizi di controllo attualmente attivi sono finalizzati al contenimento del coronavirus.

Su disposizione del Questore di Messina, la Polizia Metropolitana si sta quindi occupando di controllare coloro che si spostano all’interno della provincia. A tal fine, sono stati predisposti servizi specifici nei vari terminal dei pullman, come per esempio il Cavallotti, finalizzati a verificare che chi viaggia non stia violando quanto previsto dal decreto dell’8 marzo firmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte.

Dai report dei primi controlli effettuati, è emerso come, in linea di massima, i passeggeri che viaggiavano su pullman in movimento o in transito da Messina fossero provvisti di autocertificazioni valide che ne giustificavano gli spostamenti. In ogni caso, si procederà ad ulteriori verifiche. Ma gli agenti della Polizia Metropolitana hanno rilevato anche alcune criticità: in alcune zone della città il traffico è ancora elevato e diverse autocertificazioni hanno generato non poche perplessità. Se da successivi controlli le autocertificazioni mostrate si dovessero rivelare false, i sottoscrittori verranno denunciati all’Autorità Giudiziaria.

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A commentare i controlli è stato, infine, il sindaco della Città Metropolitana, Cateno De Luca, che ha voluto evidenziare come le verifiche, seppur dure e serrate, servano anche a far comprendere meglio ai cittadini quali siano i rischi legati alla diffusione del coronavirus e quanto sia importante, in questo momento, la massima cautela, soprattutto «in un territorio come il nostro, con un sistema sanitario fragile ed impreparato a gestire un contagio con numeri elevati».

 

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