La notizia è recente, ma già fa discutere. La cannabis terapeutica sarà gratis in Sicilia ma, secondo il partito dei Radicali Italiani il decreto varato dall’Assessorato Regionale alla Salute non è adeguato perché lascerebbe fuori troppi pazienti che ne hanno bisogno.
Il decreto è stato approvato pochi giorni fa. I farmaci a base di cannabinoidi potranno essere prescritti e rimborsati in Sicilia a pazienti affetti da alcune malattie, come ad esempio la sclerosi multipla, che causano dolore cronico, associato a spasticità o neuropatico.
Ma secondo Massimiliano Iervolino e Giulia Crivellini, Segretario e Tesoriera di Radicali Italiani: «La platea di pazienti che può ottenere il rimborso della cannabis prescritta per uso terapeutico, in Sicilia, è estremamente limitata. A restarne esclusa è la maggior parte dei pazienti che non ha alternativa alla cannabis, poiché non può trattare alcuni sintomi coi farmaci tradizionali. Non solo: non è prevista una formazione specifica dei medici e la cannabis non continua a non essere coltivabile nella regione».
«I criteri di accesso alla rimborsabilità – proseguono –, eccessivamente restrittivi, devono essere rivisti ed è necessario lavorare, parallelamente, a un piano complessivo sulla cannabis terapeutica, dalla formazione degli operatori sanitari alla produzione locale del principio attivo. A beneficiarne sarebbe l’intera comunità, sia in termini economici che di legalità».
«Ancora una volta – sottolineano – i pazienti dovranno affidarsi alla volontà e alla capacità dei medici di trovare un appiglio, quando ciò che rivendicano è un loro diritto. Se l’intenzione dell’assessorato era questa fin dall’inizio, mi chiedo a cosa sia servita l’istituzione di un Tavolo ad hoc».
Secondo quanto previsto dal provvedimento, spiegano i Radicali Italiani, non potranno usufruire del rimborso i pazienti che ne hanno bisogno per ottenere i seguenti effetti: «Effetto anticinetosico e antiemetico nella nausea e vomito, causati da chemioterapia, radioterapia, terapie per Hiv, che non può essere ottenuto con trattamenti tradizionali; effetto stimolante dell’appetito nella cachessia, anoressia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici o affetti da Aids e nell’anoressia nervosa, che non può essere ottenuto con trattamenti standard; effetto ipotensivo nel glaucoma resistente alle terapie convenzionali;la riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette che non può essere ottenuta con trattamenti standard». Questo, concludono, nonostante tali impieghi siano già riconosciuti dal decreto ministeriale del 2015.
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