«Non c’è molto da esultare» così il vicepresidente della IV Circoscrizione, Renato Coletta, commenta il bando pubblicato dall’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto (AdSP) per la doppia concessione della Rada San Francesco e sottolinea i disagi sorti a Messina prima con l’esodo estivo e poi nelle giornate del controesodo, che hanno visto una città totalmente paralizzata.
Finché il Porto di Tremestieri non sarà ultimato e a pieno regime, non si può chiudere la Rada di San Francesco. È questa la considerazione da cui parte il vicepresidente della V Municipalità, che sottolinea però, dall’altro lato, come ormai non sia più pensabile mantenere aperto l’approdo del Ringo. La soluzione per il consigliere Coletta è quella di smantellarlo e restituire il water front alla città.
«Di certo – sottolinea Coletta – è un’iniziativa che andava già adottata almeno 20 anni fa perché oggi la sensazione di tanti cittadini è che si rafforzi in modo anacronistico l’utilizzo della Rada, che in questi giorni e come ogni estate, causa la paralisi della viabilità di tutta la quarta circoscrizione, anziché impegnarsi ad un graduale smantellamento della stessa restituendo finalmente il water front del Ringo alla città. Forse potrà rappresentare un primo passo per favorire uno smaltimento più rapido dei flussi veicolari in ingresso nella città ma solo questo non è sufficiente a risolvere la situazione. Occorre coraggio e determinazione da parte di tutte le Autorità e le istituzioni preposte».
Secondo il vicepresidente della IV Municipalità, gli eventi di quest’estate hanno evidenziato alcune delle principali problematiche nella gestione della Rada e dei flussi in entrata e in uscita a Messina:
- «la mancanza di un controllo capillare da parte della Capitaneria di porto e dell’ Adsp nei confronti degli armatori e che invece dovrà essere attuato con quelli che in futuro gestiranno la Rada;
- la mancanza di adeguata vigilanza delle deroghe concesse a Tremestieri, oggi senza più controllo istituzionale, al fine di sfruttare al massimo le potenzialità dell’approdo a sud convogliando tutto il traffico leggero e pesante proveniente da Catania, in modo da alleggerire la città;
- nei giorni da bollino rosso non è stato imposto alle compagnie di navigazione un potenziamento straordinario di Tremestieri in cui operavano soltanto 2 navi e che avrebbe certamente smaltito una parte del traffico che invece si è riversato in città;
- l’attuale ordinanza dirigenziale che dovrebbe vietare l’accesso dei tir nelle fasce orarie previste non funziona perché espone i trasgressori ad una blanda sanzione. Occorre invece urgentemente introdurre una “ordinanza sindacale contingibile ed urgente” per motivi di sicurezza ed incolumità pubblica che imponga finalmente il rispetto delle fasce orarie ed il divieto di ingresso ai mezzi che trasportano liquidi tossici o infiammabili;
- anziché celebrare sterili e intempestive soluzioni, con il sindaco vestito da sceriffo cittadino che attaccava strumentalmente il vettore pubblico, perché non si è denunciato al Prefetto la mancata applicazione del protocollo firmato in Prefettura che stabiliva il rispetto di regole di fatto oggi eluse dai privati».
«Un’ultima considerazione – conclude Coletta – la merita il corpo di Polizia Municipale mandato anche quest’anno al massacro, fra insulti, aggressioni e ferimenti di agenti lasciati soli allo sbando e senza il supporto delle altre forze di polizia presenti in città, come prevedeva il protocollo prefettizio che quindi può considerarsi carta straccia. Va quindi rivisto il sistema di regole e soprattutto il rispetto delle stesse da parte delle compagnie di navigazione perché Messina non può continuare a subire ogni anno gli stessi disagi».
(Foto di repertorio)
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