Ancora scintille sul Cambio di passo: è scontro tra Navarra e Articolo Uno

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Il dibattito in Consiglio Comunale sul Cambio di passo è ormai chiuso, ma il tema fa ancora scaldare gli animi. A salire sul ring dello scontro politico, oggi, sono i segretari di Articolo Uno Maria Flavia Timbro e Domenico Siracusano da una parte e l’Onorevole Pietro Navarra del PD dall’altra.

Articolo Uno MDP sferra un altro attacco contro quella parte del centrosinistra che lunedì 27 gennaio ha detto “sì” alla delibera presentata dal sindaco Cateno De Luca e si rivolge direttamente a Navarra accusandolo di aver fatto una scelta grave sostenendo il primo cittadino (definito “urlatore minaccioso” dal movimento). Immediata la risposta del Parlamentare messinese che va subito al contrattacco e sottolinea come, secondo lui, Siracusano e Timbro, in realtà, sarebbero poco attenti alle dinamiche interne del Consiglio Comunale.

Se secondo Articolo Uno i consiglieri si sarebbero piegati alla volontà del sindaco De Luca, per Navarra le cose sarebbero andate diversamente. La delibera votata, sottolinea l’ex Rettore, non è quella presentata dal primo cittadino, ma una sua versione 2.0, «stravolta» dal lavoro svolto in Aula.

Pubblichiamo di seguito le note inviate da Articolo Uno e dall’Onorevole Pietro Navarra.

Articolo Uno attacca Navarra e lancia più di una frecciatina al sindaco De Luca

«L’evolversi e l’esito del dibattito in Consiglio Comunale sul cosiddetto “cambio di passo” ci impongono alcune riflessioni e ci consegnano alcune preoccupazioni.

Il sindaco Cateno De Luca ha avuto la conferma che l’utilizzo di alcuni metodi e alcuni toni gli consente di imporre le sue volontà alla maggioranza dei consiglieri comunali. L’inasprimento dei toni, le malcelate minacce, lo spauracchio dello scioglimento del Consiglio e le accuse indiscriminate hanno sortito gli effetti sperati. La logica del “chi è con me è con la città, chi è contro di me è contro la città” ha raggiunto l’obiettivo lasciando sullo sfondo i contenuti, pressoché inesistenti, e la portata politica del voto d’aula, un sostanziale voto di fiducia al Sindaco.

De Luca voleva una maggioranza politica è l’ha ottenuta. Sia nel centrodestra sia, purtroppo, anche nel centrosinistra il Sindaco ha saputo dividere e portare all’incasso il sostegno di 16 consiglieri, a cui andrebbe aggiunto, ad onor del vero, il Presidente del Consiglio Comunale Claudio Cardile che pur annunciando il voto di astensione ha sostanzialmente dichiarato di sostenere la linea del Sindaco.

L’aula si è manifestata evidenziando con chiarezza lo scenario politico e di potere in città. Se da una parte si è interrotta l’alleanza con Francantonio e Luigi Genovese, dall’altro si è strutturato un campo di forze. Giampiero D’Alia ha sin dall’inizio appoggiato De Luca come confermano la presenza nel sottogoverno di donne e uomini vicini all’ex ministro. Si conferma il sostegno di Forza Italia e dell’on Calderone. Mentre nonostante la dialettica forte, ai limiti dell’insulto personale, con un voltafaccia che lo qualifica politicamente l’ex deputato Beppe Picciolo con il gruppo consiliare di Sicilia Futura non ha fatto mancare il supporto, segno evidente di una sostanziale ricomposizione.

L’ultimo puntello è arrivato dagli uomini dell’On. Pietro Navarra presenti in Consiglio Comunale che, con convinzione e determinazione, hanno detto “sì” a De Luca scatenando la reazione della base del Partito Democratico. La scelta dell’unico parlamentare del PD e dell’intero centrosinistra appare gravissima e guidata da una logica politica preoccupante che crea disorientamento e malcontento nella base del PD e nelle altre forze del centrosinistra e della sinistra.

Proprio nei giorni in cui in Emilia-Romagna una coalizione a guida PD, ma aperta alla sinistra e al civismo, ha dimostrato come la buona politica può fermare il populismo e le sue espressioni deteriori, il principale esponente del Partito Democratico invece di lavorare, aprendo alle forze politiche e civiche secondo la linea del Segretario Nazionale Nicola Zingaretti, alla costruzione di un’alternativa di governo della città si assume in prima persona la responsabilità politica di precludere la possibilità di poter costruire un fronte unitario, progressista e di sinistra. È stato un passaggio grave, che sta avendo delle conseguenze immediate tra le forze sociali e politiche che non si sentono rappresentate da De Luca, e che non potrà non avere ripercussioni anche in futuro se Navarra immagina una prospettiva politica di governo insieme all’attuale Sindaco. A Messina serve un fronte progressista largo, inclusivo con proposte socio-economiche in grado di ridisegnare il futuro della città e non scelte che vanno nella direzione della personale autoconservazione politica.

Non possiamo, infine, non esprimere preoccupazione per i toni di un dibattito che in più di un’occasione è trasceso, come nella vicenda che ha riguardato l’ex consigliera comunale Ivana Risitano, a cui va tutta la nostra vicinanza.

Messina non ha bisogno di urlatori minacciosi ma di una classe dirigente diffusa che sappia fare argine a un decadimento che è inaccettabile e che rischia di condurre la nostra città a livelli dai quali sarà sempre più complicato risalire».

Pietro Navarra risponde e sottolinea il lavoro del Consiglio sul Cambio di Passo

«Ho sempre tenuto in considerazione le opinioni altrui e, pertanto, rispetto anche quanto dichiarato dagli esponenti messinesi di Articolo 1. A differenza loro, vengo da una cultura moderata, cattolica e liberale. Accetto la diversità di vedute, ma mi dispiacciono le considerazioni vuote e non supportate da fatti.

Gli esponenti di Articolo 1 sostengono che il voto di alcuni consiglieri comunali del centrosinistra sulla delibera denominata “cambio di passo” sia un’adesione velata al programma di governo del Sindaco De Luca. Vorrei ricordare loro, poco attenti alle dinamiche del Consiglio comunale e al merito delle delibere, che il Sindaco De Luca aveva chiesto il sostegno del Consiglio comunale sui contenuti di un documento che è stato ampiamente stravolto dal Consiglio stesso. La delibera votata lunedì scorso è, nei fatti, quella proposta da una parte maggioritaria del Consiglio comunale e fatta propria dal Sindaco e non viceversa.

Niente intergruppo, nessuna adesione alla visione politica e programmatica sul futuro della città, sostegno all’opera di risanamento dei conti del Comune di Messina senza, però, rinunciare alla valutazione critica delle singole delibere. Il Consiglio comunale nel suo insieme e, soprattutto, in quella parte che ha sostenuto la delibera poi votata positivamente dall’aula ha, quindi, svolto pienamente il compito di indirizzo e controllo che gli è proprio, condizionando l’Amministrazione.

Ritengo doveroso e nel rispetto di ogni singolo cittadino messinese, sostenere un percorso di risanamento del bilancio comunale il cui indebitamento record è frutto dell’irresponsabilità e dell’insipienza di chi ha governato nel passato. Fa specie notare che chi oggi critica coloro che hanno votato il c.d. “cambio di passo”, sono in larga parte e in modo trasversale (di centrodestra e di centrosinistra) coloro che nella passata consiliatura hanno sostenuto un’Amministrazione che ha continuato ad accumulare debiti sulle spalle dei cittadini messinesi. Nessuno qui vuole affermare che questa condivisione sia frutto di un accordo politico, ma non c’è alcun dubbio che essa riveli un comune approccio culturale sul modo di gestire il bilancio pubblico. Vorrei dire a costoro che non ci sarà mai sviluppo, se non a chiacchiere, per una città che non ha i conti in ordine, perché essa sarà inesorabilmente trascinata dal peso del suo indebitamento verso il declino economico e sociale.

Per quanto attiene all’affermazione secondo cui il voto espresso da alcuni consiglieri comunali eletti nelle liste del centrosinistra abbia generato “disorientamento e malcontento nella base del PD e nelle forze del centrosinistra”, mi preme, inoltre, chiarire quanto segue.

Vorrei ricordare agli esponenti di Articolo Uno che quando si parla di centrosinistra e di Partito Democratico non si devono mai dimenticare le componenti centriste, riformiste, cattoliche e liberali che animano l’uno e l’altro. Vorrei inoltre ricordare che, tra le forze che hanno sostenuto alle elezioni comunali il candidato del centrosinistra a Sindaco di Messina Antonio Saitta, le componenti sopra menzionate – dimenticano Siracusano e Timbro nelle loro affermazioni – contano oltre il 77% dei voti espressi a favore della coalizione. Ritengo che queste forze moderate del centrosinistra, le quali (numeri alla mano) a Messina ne rappresentano la base, desiderano esercitare un’opposizione costruttiva all’Amministrazione De Luca. Un’opposizione che non si caratterizza per i “no” a prescindere, ma che è guidata da una constante tensione volta alla soddisfazione dell’interesse generale dei cittadini messinesi.

Per quanto attiene, infine, ai giudizi che gli esponenti di Articolo Uno esprimono su Sicilia Futura e sul Partito Democratico, consiglierei loro di mantenere concentrata l’attenzione sulla propria crisi di consensi (1,5% nelle amministrative del 2018) ed evitare una ricerca spasmodica di visibilità promuovendo, come detto sopra, considerazioni vuote e non supportate da fatti che, purtroppo, squalificano politicamente loro e tutto il centrosinistra».

 

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