“Messina e il comparto edile provinciale stanno affondano inesorabilmente perché non esiste una visione strategica di sviluppo nemmeno adesso che c’è il miraggio del Masterplan”. Il grido d’allarme proviene dal sub commissario della Uil, Pippo Calapai, e dal segretario provinciale della Feneal-Uil, Pasquale De Vardo. Indice puntato contro il governatore Rosario Crocetta, ma soprattutto contro l’amministrazione comunale di Messina che, fino ad oggi, si sarebbe caratterizzata più per i proclami che per i fatti concreti.
“L’ultimo proclama riguarda la promessa dell’impiego del 50 per cento delle maestranze locali sulle poche opere edili da cantiere. Il nostro timore – affermano Calapai e De Vardo – è che anche questa promessa si trasformi in un nulla di fatto. Chi controllerà sull’impiego delle maestranze locali? Ma soprattutto chi vigilerà affinché le imprese aggiudicatarie non ricorrano al subappalto, così da togliersi quest’onere, come già si prospetta per il viadotto Ritiro?
Interrogativi ai quali ci auguriamo possano dare una risposta il sindaco Renato Accorinti e l’assessore comunale Sergio De Cola.”
Intanto, secondo una stima della Feneal-Uil, le opere pubbliche cantierabili nei prossimi mesi avranno un impatto sociale molto basso in provincia di Messina, se si pensa che in complesso, per le tre grandi opere (Porto di Sant’Agata Militello, Pontile di Giammoro e approdi di Tremestieri), si avrà un impiego della manodopera locale che si aggira fra 65 e 75 unità in provincia, 45/55 a Messina.
“Opere pubbliche – concludono Calapai e De Vardo – che quindi non avranno una consistente ricaduta occupazionale tanto promessa e sperata dai lavoratori del comparto.”
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