A poche settimane dalle elezioni amministrative del 12 giugno 2022, ci ritroviamo qui per raccontarvi la IV Circoscrizione di Messina; dalla via Tommaso Cannizzaro, a Piazza del Popolo, passando dal simbolo iconico della città dello Stretto: la Falce, che con i suoi modi sinuosi ci abbraccia e, allo stesso tempo, ci allontana. Il nostro racconto per immagini parte proprio dalla Zona Falcata; al centro del dibattito, come sempre, quando si parla di riqualificazione e rigenerazione urbana, ma anche di waterfront, turismo e nuove opportunità.
Questa fetta di città, infatti, è come se fosse un’isola dentro un’isola, in cui i confini delineati e voluti dalla zona militare ci escludono dalla vista più bella di Messina. Qui, oltre ai militari al di là del cancello, abbiamo visto; palazzoni disabitati, spiragli di spiaggia, e un campo da basket: il playground dedicato a George Floyd e donato alla città da Renato Accorinti, il 3 settembre del 2020.
La IV Circoscrizione di Messina
Da questi piccoli viaggi con la telecamera in mano, abbiamo percepito due cose: da una parte, ci sono risorse umane che abitano e curano il territorio; dall’altra, la città è ridotta a un vero e proprio colabrodo, piena di lavori incompleti, buche pericolose, erbacce e rifiuti di ogni genere. La IV Circoscrizione di Messina, dovendo fare un paragone con gli altri quartieri che abbiamo esplorato, è probabilmente quella che vive di più questi contrasti: se guardate bene, oltre i palazzi storici, le vie dei locali e le buste dei negozi, si nasconde incuria e indifferenza, nicchie scavate tra i mattoni che assomigliano a piccole case e sguardi rassegnati, ma anche parcheggi molto piccoli per macchine troppo grandi.
Oltre ad averlo visto con i nostri occhi, ce lo hanno raccontato alcuni esercenti «siamo noi cittadini i primi a non prenderci cura delle nostre strade e del nostro territorio», ma anche gli operatori sociali, attivi nelle zone fragili della città che si occupano di chi non ha una casa o abbastanza soldi per comprare le medicine, o i pannolini.
Tra questi anche Francesco Certo, cardiologo e fondatore di Terra di Gesù Onlus, si occupa di assistenza socio-sanitaria per i più poveri. «Durante questa campagna elettorale – ci dice il dott. Certo – ancora non abbiamo sentito parlare dell’emergenza povertà che esiste e si fa sempre più importante qui a Messina, soprattutto dopo il Covid e il conseguente lockdown». Emerge, quindi, una città che avrebbe bisogno di poco, dell’essenziale per trovare (badate bene che non abbiamo scritto ritrovare) la spinta giusta per essere un bel posto in cui vivere.
Altra cosa che abbiamo notato è lo stato di abbandono di intere porzioni urbane, che potrebbero servire, ma sono solo idee, all’accoglienza, ma anche a spazi per bambini, o alla formazione. A pochi passi dalla multiculturale Piazza del Popolo, c’è il Tirone, per esempio, altro luogo simbolo di Messina, che non ha quasi il permesso di esistere, zona di abbandono, di relitti. Che a camminare per le scale senti che stai per invadere una proprietà altrui. Qui c’è anche una grande macchia verde che sembra voler esplodere.
Messina in serie: foto dalla IV Circoscrizione
Servizio di Alessandra Mammoliti, Gabriella Fiorentino e Gianluca Lo Nostro
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