Prendendo in esame i componenti della Giunta Accorinti verrebbe da dire che la politica è una cosa da uomini. Con gli addii di Patrizia Panarello e Daniela Ursino, infatti, è rimasta solo Nina Santisi a rappresentare la famosa quota rosa tra gli assessori.
Un dato che per alcuni potrebbe passare in secondo piano, alla fine a contare maggiormente sono capacità e professionalità di un esponente politico, non di certo il suo sesso. Eppure, dopo la nomina di Federico Alagna come assessore alla Cultura, a Palazzo Zanca è nato un dibattito.
Tutto nasce dalle considerazioni del consigliere Giuseppe Trischitta che stamane, durante i lavori della III Commissione, è tornato a stigmatizzare la scelta “maschilista” del sindaco Accorinti. Un attacco che ha infiammato i lavori d’Aula con la netta presa di posizione di Ivana Risitano che ha invece respinto al mittente ogni accusa, sottolineando come la Giunta abbia da sempre rispettato i diritti e le pari opportunità.
In merito il quadro normativo parla chiaro. La legge 215 del 2012, impone di assicurare condizioni di pari opportunità tra uomo e donna» e di «garantire la presenza di entrambi i sessi nelle Giunte. La legge Del rio del 2014 rafforza poi il concetto fissando percentuali precise: Nelle Giunte e nei Comuni con popolazione superiore ai 3.000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40%.
Ma a chiarire la questione ci pensa colei che avrebbe potuto mettere le cose a posto, se solo fosse stata scelta in squadra dal Sindaco: Lucy Fenech. “Il rispetto della quota rosa – spiega il capogruppo di Cambiamo Messina dal Basso – è un problema che è stato affrontato al momento di nominare i nuovi assessori. Tuttavia, secondo quanto ci è stato riferito dai tecnici, la legge diventa obbligatoria dal prossimo mandato quindi non c’è alcuna violazione. La presenza femminile è un valore, ma non significa che a parità di capacità si debba per forza preferire una donna rispetto ad uomo. Non è una percentuale a rendere un’amministrazione maschilista o meno. Si veda poi il nostro gruppo consiliare che conta appunto tre donne e un solo uomo”.
“In questo Consiglio comunale – precisa Fenech – qualcuno si è reso protagonista di tanti gesti maschilisti. E’ solo un discorso culturale, noi siamo aperti, abbiamo lottato per i diritti di disabili e omosessuali”.
Andrea Castorina
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