D’Alia a ruota libera su Ponte, sfiducia e piano di riequilibrio

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“Non si convocano le riunioni il sabato per il lunedì”. Con queste parole il leader dell’Udc Gianpiero D’Alia ha motivato la sua assenza all’incontro tra il sindaco Accorinti e la deputazione nazionale con all’ordine del giorno l’ampliamento del piano di riequilibrio a trent’anni. D’Alia si è comunque recato a Palazzo Zanca prendendo parte al dibattito sulla riforma costituzionale. L’Udc, com’è noto, ha sposato la causa del governo Renzi e al Referendum di dicembre voterà Sì.

Al termine dell’incontro l’ex ministro per la Pubblica Amministrazione si è comunque soffermato sui temi caldi della politica messinese, partendo proprio dalla sfiducia targata Area Popolare. “Abbiamo depositato la mozione in segreteria generale come dice la legge, ma se non si sono raggiunte le 16 firme per discuterla in Aula non è certo colpa dei proponenti. Evidentemente, la maggioranza non vuole andare alle elezioni anticipate e preferisce restare con Accorinti”.

Si è poi passati alla questione Ponte sullo Stretto alla luce del disegno di legge Lupi – Garofalo pronto ad approdare in Parlamento. “Non sono mai stato contrario al Ponte – ha precisato D’Alia – , opera fondamentale per portare l’alta velocità in Sicilia. Ho sempre espresso riserve sul progetto e sulla relativa gestione. La città non ha mai avuto alcun vantaggio, basti pensare che nessun messinese è stato impiegato nelle opere preliminari. Il modello di gestione del Ponte era uguale a quello del Mose e tutti sappiamo com’è andata a finire. I finanziamenti per le infrastrutture siciliane sono stati tutti assorbiti dal Ponte e negli ultimi dieci anni abbiamo subito dei tagli che abbiamo pagato con dissesto idrogeologico o crolli di viadotti. Se invece si programma tenendo conto del Patto per la Sicilia con una serie di investimenti di Anas e Ferrovie dello Stato per colmare il gap con le regioni settentrionali, il Ponte diviene allora un qualcosa in più”.

Secondo D’Alia occorre seguire la strada del finanziamento pubblico. “Sono d’accordo con il ministro Del Rio, il project financing non serve, se il governo ha la volontà di costruire il Ponte deve solo stanziare le risorse e avviare una gara internazionale. D’altro canto la Corte dei Conti ha analizzato il piano di gestione contabile e amministrativa dell’opera dicendo che non stava in piedi”.

L’esponente centrista è poi intervenuto sulla richiesta del sindaco Accorinti di spalmare in trent’anni la massa debitoria di Palazzo Zanca. “Sono sempre stato per il dissesto – ha precisato D’Alia – , se nel 2007 Buzzanca avesse dichiarato il default oggi saremmo in una situazione ben diversa. L’attuale amministrazione ha deciso di puntare sul piano di riequilibrio per risolvere le note criticità finanziarie. Noi abbiamo dato fiducia, seppur con qualche perplessità. Ora ci dicono che il Piano va esteso a trent’anni, vedremo cosa fare in Parlamento visto che l’Anci ha aperto un tavolo sulla questione. Se si farà una norma per Messina e le altre città noi la sosterremo, ma scaricare tutte le responsabilità sul mancato aiuto del governo non sarà consentito”.

Andrea Castorina

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