Riceviamo e pubblichiamo il comunicato dell’associazione di volontariato “Donare è Vita” (Corrado Lazzara) ONLUS” in merito alla notizia di una donna palermitana uscita dal coma dopo essere rimasta quattro anni in stato di coma vegetativo. L’associazione “Donare è vita. Corrado Lazzara Onlus” tiene a precisare alcuni punti:
“Quella della signora Giusti è una storia che restituisce speranza a centinaia di famiglie che soffrono per i propri cari, ma non e’ una storia miracolosa.
È il racconto di un percorso clinico lungo e difficile, caratterizzato però da un elemento costante: la presenza di “attività celebrale” che ha spinto i medici a insistere per tentare di salvare la vita della signora.
I fatti hanno dato ragione allo staff sanitario che ha seguito la donna.
Il dettaglio raccontato dai familiari a proposito della presunta richiesta di autorizzare la donazione degli organi della donna, quando sembrava non ci fosse più speranze però, merita un’altra precisazione.
Quando un medico chiede ai parenti il consenso alla donazione degli organi vuol dire che il malato non ha piu’ alcuna speranza; che e’ subentrata la cosiddetta morte celebrale.
Il prelievo degli organi non avviene immediatamente, ma dopo un dettagliato percorso, che prevede l’osservazione del paziente e la verifica della totale assenza di attivita’ celebrale. Cosa che evidentemente, nel caso della signora Giusti non è stata riscontrata.
Per questo i medici hanno deciso di insistere e per questo oggi festeggiamo tutti il risveglio della donna.
Il coma vegetativo e la morte celebrale, pero’, sono due cose distinte e separate. L’unico modo per tenere in vita una persona cerebralmente morta era e resta il consenso alla donazione degli organi. Darlo, questo consenso, significa trasformare una tragedia, come la morte di una persona cara, in una speranza per chi attende un trapianto.
Siamo rammaricati per l’involontario disguido dialettico riguardo le dichiarazioni del Professor Dino Bramanti (Irccs), con il quale da subito abbiamo intrapreso un percorso collaborativo edificante circa la donazione degli organi e la riabilitazione post trapianto. Le sue dichiarazioni sembrano mettere in discussione quanto fatto dalle associazione mobilitate alla sensibilizzazione e la cultura della donazione degli organi.
Siamo certi che in opportune sedi saprà ribadire quelle che sono le solide fondamenta su cui viene costruito l’edificio della donazione degli organi”.
(343)