Social card sfumata, Gioveni fa pressing sull’assessore Santisi

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Non bastavano la rabbia e la delusione per il mancato avvio dei cantieri di servizio; se pensiamo, specie in questo periodo natalizio dove tutti indistintamente avrebbero il diritto di essere più sereni, anche all’inconcepibile preclusione ai nostri cittadini disoccupati di usufruire del prezioso sussidio mensile, compreso fra le 231 euro e le 404 euro, erogato dal Governo attraverso la “social card”, non si può che esprimere tutta l’indignazione per l’atteggiamento di totale indifferenza avuto da un’Amministrazione che invece, per sua “natura politica”, avrebbe dovuto mostrarsi più attenta ai bisogni degli “ultimi”. Non usa mezze misure il consigliere comunale Libero Gioveni, che in più occasioni aveva presentato delle interrogazioni sull’argomento, invitando anche in Aula, prima l’ex assessore ai servizi sociali Mantineo, lo stesso sindaco Accorinti e poi anche il subentrato assessore Nina Santisi, di rivolgere ufficialmente un “quesito” al Ministero del Lavoro sulla possibilità di far presentare o meno le istanze alle famiglie aventi diritto.

Gioveni ricorda che nell’anno 2013 il Governo aveva previsto, in via sperimentale per 12 città italiane (fra queste anche Palermo e Catania) di erogare per l’anno 2014 un bonus mensile straordinario per le famiglie indigenti compreso, appunto, fra 231 euro e 400 euro. I 12 Comuni interessati si erano subito attivati facendo presentare le relative istanze a quei soggetti in possesso di alcuni requisiti (fra questi un valore ISEE inferiore ai 3000 euro).

Per il 2014, però – precisa il consigliere – il Governo aveva manifestato la volontà di estendere il benefico a tutte le città del Mezzogiorno non essendo stato tra l’altro sufficientemente chiaro a chi realmente, anche per l’anno 2015, sarebbe spettata la social card visto che fra i requisiti richiesti vi era quello di essere residente nelle solite “12 città”, ma anche – si leggeva testualmente nell’ultimo decreto“essere residente in una delle seguenti regioni italiane: Sardegna, Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Abruzzo, Molise e Campania.”

Era inoltre emerso da fonti INPS – insiste l’esponente Udc – che ogni Comune avrebbe dovuto dotarsi di un ufficio che interagisse con l’istituto previdenziale fornendo l’elenco delle famiglie che si trovavano in condizioni di grave disagio economico, cosicché all’occorrenza esse, previa presentazione di opportuna istanza e verifica dei dati da parte dello stesso Istituto, avrebbero potuto usufruire degli aiuti che di volta in volta il Governo avrebbe messo a disposizione (come nel caso, appunto, della nuova “social card 2015”). Urge, pertanto, adesso capire – conclude Gioveni – se l’assessorato ai servizi sociali (a cui faccio nuovamente appello) sia ancora in tempo, trasmettendo al Ministero questo apposito quesito chiarificatore che vado chiedendo da tempo, di poter ancora far beneficiare le famiglie senza reddito o a bassissimo reddito di questo prezioso seppur minimo sussidio, estendendone anche l’efficacia e la validità anche per l’ormai imminente anno 2016.

 

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