Vincenzo Ciacio lascia l’incarico di Esperto anticorruzione all’ospedale Papardo. L’ex agente di Polizia lo scrive in una lettera aperta dopo le infuocate polemiche sollevate sulla nomina a titolo gratuito decisa dal direttore generale del nosocomio di contrada Sperone, Michele Vullo. Ciacio era stato arrestato per fatti di corruzione; nella missiva segnala di essere stato reintegrato in servizio dalla Polizia di Stato prima di andare in pensione nel 2011. La questione è giunta alla Regione. Il presidente Rosario Crocetta rende noto che “La nomina non è stata né concordata, né comunicata al Governo” e stigmatizza il fatto che “Il manager dell’azienda, Michele Vullo, non abbia verificato o abbia ignorato precedenti condanne penali subite dallo stesso Ciacio e proceduto con disinvoltura a tale nomina”. “Il tentativo di coinvolgere politicamente il governo su tali scelte – commenta Crocetta – è totalmente privo di fondamento, l’assessore alla Salute, Lucia Borsellino, ha fatto una richiesta di acquisizione degli atti relativi a tale nomina e se ci dovessero essere responsabilità procedurali nella nomina, riconducibili ai vertici dell’azienda, si procederà in modo tempestivo e rigoroso – puntualizza Crocetta – nei confronti di coloro che nel nominare un responsabile anticorruzione non abbiano rispettato le stesse normative anticorruzione”. E’ molto duro con i responsabili dell’azienda Papardo il governatore. Nella sua lettera al direttore Vullo Ciacio scrive che: “Il polverone sollevato sulla compatibilità a rivestire incarichi a chi ha precedenti di patteggiamento che giuridicamente non è considerato ammissione di colpa è pienamente contemplato nella legge Severino e coinvolge numerosi politici, funzionari e politici amministratori, il mio grande senso di rispetto nei suoi confronti mi spinge a proporre le mie dimissioni dall’incarico di volontario a collaborare con la direzione generale in quanto non voglio rappresentare strumento di quel feroce attacco da parte di svariate componenti sociali che in nome di valori – conclude Ciacio – cercano di distoglierla quotidianamente dalla sua azione cristallina di perseguimento della legalità, trasparenza, anticorruzione”.
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