Non ci sono scuse: “Al Comune non c’hanno saputo fare”. La Corte dei Conti “striglia” Palazzo Zanca. Ecco cosa trasmette. Anche alla Procura

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municipio-E’ da choc il contenuto dell’ordinanza inviata al Comune dalla Corte dei Conti. Come segnalato dai segretari di Cgil, Cisl e Uil, Oceano, Genovese e Amato, al termine dell’incontro con il commissario del Comune, Luigi Croce, “La Corte si è sentita presa in giro negli ultimi anni”. C’è da dire che l’atto è stato trasmesso alla Procura di Messina e alla Procura regionale della Corte dei Conti. Come dire che è partito, di fatto, l’avvio del possibile accertamento delle responsabilità per gli amministratori che si sono succeduti al governo di Palazzo Zanca. I giudici hanno controllato i dati forniti dall’avvocato Marcello Scurria, dal ragioniere generale del Comune, Ferdinando Coglitore e dal dirigente, Giovanni Di Leo, nell’ottobre 2012. Vagliati anche i documenti prodotti il 9 novembre scorso dal commissario Croce, da Coglitore e Di Leo e dagli Esperti. Nella relazione si legge la sintesi delle principali misure correttive adottate dal 2008 a oggi. Tra le accuse della Corte dei Conti, “il rendiconto 2010, approvato con delibera 58/C del 2 agosto 2011, con grave ritardo rispetto al termine (30 aprile) imposto dal testo unico sugli enti locali”. Stesso discorso per il rendiconto 2009. Evidenziato l’ammontare del disavanzo corrente, che nel 2008 era di meno 17 milioni534mila143,43 euro e nel 2011 era di meno 5milioni44mila542,55 euro. Occhio puntato dai giudici sui debiti fuori bilancio, che nel 2009 erano pari a 1.592.288,22 euro e nel 2011 sono saliti a 15.862.596,15 euro. “Il problema – scrivono i giudici – assume connotati fortemente preoccupanti se si considera che i debiti censiti in attesa di riconoscimento ammontano al 31 dicembre 2010 a 44milioni497.869,19 euro e al 31 dicembre 2011 salgono a 60milioni824.503,38 euro; di quest’ultimi 54 milioni non sono riconosciuti dal consiglio comunale. La Corte scrive oltre ai debiti anche di “passività latenti” che rende poco attendibile non solo il conteggio dei debiti censiti dall’ente ma anche la situazione finanziaria e gestionale da questo ufficialmente rappresentata”. Dito puntato anche sulle condizioni delle società partecipate con il mancato allineamento contabile tra il Comune e le società e si legge ancora della “protratta insolvenza dell’amministrazione che non riesce a far fronte al pagamento di debiti già riconosciuti”. In neretto sottolineato che l’ente non ha stipulato alcun contratto di servizio con alcuni organismi partecipati. I giudici scrivono pure del Piano delle alienazioni immobiliari con forti perplessità sulle previsioni di Entrata e della gestione in conto residui. La Corte mette in chiaro anche l’irregolare utilizzo dei capitoli relativi ai servizi per conto terzi e il mantenimento della continuità dei servizi essenziali. “La Corte dei Conti accerta – conclude il testo – la sussistenza nella gestione finanziaria del Comune di Messina dei gravi profili di criticità strutturale individuati in motivazione in grado di provocare il dissesto finanziario dell’ente”.

 

@Acaffo

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