controlli in centro a messina sulle norme anti coronavirus durante la movida notturna

Movida Messina. Per i residenti del centro storico è stata «un’altra notte di inferno»

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La Movida notturna di Messina è di nuovo al centro delle lamentele. Ad accusare di inciviltà i gestori e i frequentatori dei locali della zona è l‘Associazione Centro Storico. «Per i residenti nel centro storico – si legge nella nota – è stata una altra notte di inferno. Ciò, a causa della assoluta inciviltà dei gestori di alcuni locali e di tutti coloro che li frequentano.

Inciviltà e mancanza di rispetto delle regole e delle leggi esistenti, – prosegue l’Associazione – una notte caratterizzata da musica da rave e da discoteca con dj a volume altissimo per ore ed ore fino alle tre e mezzo di notte, solo perché a quell’ora sono intervenute le Forze dell’Ordine».

Proprio per questo l’Associazione Centro Storico chiede un intervento del Prefetto di Messina, «per la salvaguardia della salute e della vivibilità dei residenti del Centro Storico di Messina data la latitanza delle altre Istituzioni. La salute e il diritto al riposo sono diritti non negoziabili».

Movida Messina: i residenti del Centro Storico chiedono un intervento del Prefetto

Il Centro Storico di Messina è sicuramente la zona della città più frequentata dai giovani, per la presenza di moltissimi locali e la possibilità di “fare la spola” da una parte all’altra. È qui che si concentra la movida notturna di Messina, caratterizzata il più delle volte da musica ad alto volume e schiamazzi.

«Nonostante l’intervento delle Forze dell’Ordine – si legge nella nota dell’Associazione Centro Storico di Messina – sono proseguiti gli schiamazzi, i cori e le urla belluine dei frequentatori fino alle cinque e mezzo di mattina (siamo in possesso di filmati). Questi vergognosi comportamenti si sono verificati a Piazza Duomo, in via Cardines, in Piazza Catalani ed in altre vie del Centro Storico, procurando disturbi e impedendo il riposo notturno delle persone. Nonostante le denunce pubbliche, fatte da anni e ultime quelle di tre giorni fa, si continua a tollerare questa situazione indecente e non si verificano interventi adeguati da parte delle varie istituzioni per porre fine a queste continue violazioni di leggi e normative.

Ci rivolgiamo al Prefetto di Messina, come rappresentante del Governo sul Territorio e come presidio di tutela dei diritti dei cittadini, affinché ponga di fronte alle proprie responsabilità tutti coloro che devono attuare provvedimenti idonei a tutelare il diritto alla salute ed il rispetto della civile convivenza in questa vasta area della città, facendo rispettare le norme del codice penale che vietano il disturbo della quiete pubblica e del riposo notturno delle persone, le norme per la organizzazione di spettacoli musicali e il sottofondo musicale nei locali di somministrazione di alimenti, la somministrazione di alcoolici e super alcoolici ai minorenni e l’induzione (sotto varie forme) al consumo eccessivo di alcool ed alla ubriachezza.

Comportamenti, questi, reiteratamente posti in atto e non perseguiti o fermati. Inoltre, così come avviene ovunque, è necessario stabilire un orario di chiusura unico per tutti gli esercizi che somministrano cibi e bevande che, per consentire il riposo notturno, non può andare oltre l’una di notte durante il fine settimana, e fare applicare le disposizioni di legge attualmente in vigore con riguardo alla diffusione di musica all’esterno dei locali, come sottofondo per i clienti e che non può trasformarsi in musica amplificata e invasiva da rave party né da discoteca all’aperto, così come purtroppo avviene.

Riteniamo che tali richieste possano contemperare le esigenze degli operatori commerciali e gestori di locali che svolgono la loro attività correttamente, con il diritto dei residenti a poter stare serenamente nelle loro abitazioni e poter riposare senza subire un impatto acustico devastante, che procura inevitabilmente pesanti danni biologici, di cui poi, qualcuno o molti, ne dovranno assumere le responsabilità. Ci auguriamo che anche i cittadini che, pur non avendo ricevuto ristori e sostegni o sussidi più o meno giustificati, continuano a seguire la via della protesta civile, possano trovare finalmente qualcuno che supporti la tutela dei loro diritti».

(Foto di repertorio)

 

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