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Il PD: «De Luca vittima del “pizzo” di alcuni consiglieri? Faccia nomi e cognomi»

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Non sono piaciute ai consiglieri comunali del Partito Democratico le recenti dichiarazioni del sindaco di Messina, Cateno De Luca. Il Primo Cittadino, infatti, ha sostanzialmente accusato alcuni membri del Civico Consesso di «chiedere qualcosa in cambio per il proprio quartierino» nel momento in cui si devono approvare le delibere. Se è così, scrivono dal PD, perché non cita nomi, fatti e circostanze?

Ennesimo scontro tra il sindaco Cateno De Luca e il Consiglio Comunale. Ieri, 9 agosto, nel corso della presentazione alla stampa della relazione del terzo anno di mandato il Primo Cittadino ha fatto delle dichiarazioni pesanti nei confronti dei membri del Civico Consesso. A chiedere spiegazioni, oggi, sono i consiglieri del PD Gaetano Gennaro, Antonella Russo, Claudio Cardile, Alessandro Russo e Felice Calabrò.

Pubblichiamo, di seguito, la nota inviata dal gruppo consiliare del PD:

«Anche oggi il sindaco De Luca getta discredito sul Consiglio comunale, reo – a suo dire – di averlo fatto stancare alla guida della città, e di provocare le prossime elezioni, che lui stesso già fissa nel mese di giugno 2022. Ebbene, al netto del fatto che l’ormai famosa bramosia di scalare le vette politiche regionali è stata dallo stesso pubblicizzata da mesi, ed è solo frutto della sua smisurata ambizione personale, rispetto alla quale non disdegna di rimettere il mandato di sindaco almeno un anno prima della naturale scadenza, regalando a Messina l’ennesima gestione commissariale, è necessario che il Sindaco faccia chiarezza sulle gravissime dichiarazioni di oggi (ieri, ndr).

De Luca dice ai giornalisti che davanti al voto di ogni delibera “alcuni consiglieri comunali gli chiedono qualcosa in cambio per il loro quartierino”, e ribadisce di essersi stancato di pagare  il “pizzo” ad alcuni consiglieri che definisce “zecche”! Ebbene, al netto del linguaggio usato, sempre più in “stile malandrino”, come quando usa termini tipo: fare il palo, pizzo legalizzato, ricatto, atteggiamento mafioso, e tanti altri, che solitamente qualificano solo chi li pronuncia, il caro Sindaco deve smetterla di gettare fango su una intera istituzione democratica e, se davvero qualcuno gli fa pressioni per votare delibere, non nell’interesse della città, ma per ottenere “qualcosa in cambio”, ha l’obbligo di fare pubblicamente i nomi ed i cognomi di questi consiglieri e di dire alla città a quali schieramenti politici appartengono, e quali sono le richieste che gli sono state avanzate, e riguardo quali delibere votate per la città.

Inoltre, se le istanze ricevute non rientrano nell’alveo della legittima segnalazione di varie problematiche che possono interessare i quartieri della città, ma possono essere qualificate come “pizzo” da pagare per l’approvazione di delibere consiliari, il sindaco di Messina ha il dovere di chiarire a tutti se ha denunciato a chi di competenza questi comportamenti. E se non l’ha fatto, ha il dovere di dirci il perché!

Attendiamo la dovuta risposta del Primo cittadino, al fine di evitare che le sue generiche e gravissime affermazioni si appalesino per ciò che probabilmente sono, vale a dire l’ennesimo tentativo di screditare un Organo democratico di controllo, per legge autonomo rispetto al sindaco e alla giunta, davanti al quale non ha più né ascendente politico né maggioranza.

De Luca vittima del “pizzo” di alcuni consiglieri ha il sacrosanto dovere di indicare nomi, fatti e circostanze; altrimenti le sue dichiarazioni odierne non possono che mostrarsi come il frutto di un suo tentativo di influenzare l’operato dei consiglieri comunali rispetto alle sue finalità politiche e non, come ama spesso dire, rispetto all’attuazione del suo programma elettorale.

Inoltre, ancora riecheggiano nella sala consiliare le sue dichiarazioni allorquando, in sede di approvazione della delibera di istituzione di Arismè, fu lo stesso De Luca a dichiarare pubblicamente di essere riuscito a far approvare l’emendamento in una legge regionale per la nascita di tale azienda partecipata, sotto la pressione che lo stesso ha esercitato con il suo appoggio politico alla legge finanziaria regionale, che altrimenti non sarebbe passata.

Nell’attesa che si faccia chiarezza e si denuncino, se già non è stato fatto, le gravi circostanze oggi riferite, il Partito democratico cittadino coglie l’occasione per ribadire pubblicamente, ancora una volta, la sua distanza, in città ed altrove, da questo sindaco, e dal suo “modo” di fare politica, lontano anni luce dal confronto democratico e dal rispetto delle Istituzioni».

 

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  1. Consiglieri del PD siete ridicoli….. cominciate a trovarvi un lavoro …Argomentate con dati di fatto non con i soliti toni propagandistici l’operato del Sindaco; che vi piaccia o no è stato eletto dal popolo e dovete avere rispetto della volontà popolare e riconoscere i meriti delle migliorie apportate in questa città, invece di ostacolare e criticare solo perchè politicamente opposti. Questa politica vi porterà allo sfacelo e verrete spazzati via come sabbia al vento. Riconoscete i meriti invece di criticare sempre e comunque ogni cosa. La matita in mano è la nostra forza non dimenticatelo mai!!!

    1. Qui di toni propagandistici ci sono solo quelli del sindaco, che gioca a fare il monarca e quando qualcuno alza il dito per dire “NO” fa capricci, minaccia licenziamenti (vedi caso “cassa integrazione” Messina Servizi) e parla di scandali (o poteri forti per citare le parole della campagna elettorale).

      Le strade sono sporche, servizi per il cittadino manco a parlarne, i mezzi ATM – che al tempo del covid dovrebbero viaggiare all’80%, e prima al 50% – sono stracolmi di gente in piedi. Doveva togliere le partecipate e ne ha fondate altre 4 (e di qualcuna non si capisce bene cosa faccia). A piangere saremo noi che restiamo perché lui ha già annunciato, ma lo sapevamo, che vuole diventare presidente della Regione… Se ne dovrebbe tornare da dove è venuto, altroché…

      1. ….si…e magari torna il Tibetano scalzo…?

        1. Chiunque, CHIUNQUE sarebbe meglio del sindaco che ci è toccato (perché ricordiamoci che è salito al ballottaggio, dopo aver ottenuto poco più del 19% delle preferenze, praticamente lui rappresenta 1 messinese su 5): ha trovato la città con le casse piene di fondi regionali e nazionali e in questa città non si è vista NESSUNA miglioria.
          Solo minacce, toni da “sceriffo”, continui rimandi alle dimissioni e sempre più creativi complotti di gente che tramerebbe alle sue spalle, condizionale d’obbligo considerato che sono 3 anni che fa quello che gli pare.
          È un bene che il Consiglio comunale cominci a fare muso duro, anzi – con un po’ di lungimiranza – potrebbero organizzarsi e votare la sfiducia prima di giugno 2022 preparando una loro campagna elettorale per tempo, così da evitare che De Luca ci lasci un suo “delfino” mentre lui va (o ci prova) a Palermo.

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