Cateno De Luca rinuncia agli aiuti del DL Rilancio, il M5S: «Penalizza Messina»

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Continua a destare perplessità e polemiche la scelta del sindaco di Messina Cateno De Luca di rinunciare agli aiuti economici offerti ai Comuni dal Decreto Rilancio. A chiedere conto e ragione al primo cittadino, oggi, sono i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle: «Penalizza la città, adesso deve dimostrare la presenza di 60/70 milioni di euro nelle casse di Palazzo Zanca».

È di pochi giorni fa la notizia che il Comune di Messina – e nello specifico il Sindaco – ha deciso di dire “no” alla liquidità offerta agli enti locali attraverso un fondo istituito dal Decreto Rilancio. Immediata è scattata la polemica e Cateno De Luca ha voluto spiegare le sue motivazioni affermando che Palazzo Zanca ha dimezzato il suo debito e non ha bisogno dei “prestiti capestro che lo Stato vuole propinare ai Comuni”.

Le parole del Sindaco non hanno però convinto i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle Giuseppe Fusco, Andrea Argento, Cristina Cannistrà, Giuseppe Schepis e Paolo Mangano, che chiedono maggiori chiarimenti e definiscono la scelta fatta «incomprensibile».

«Non capiamo questa scelta del sindaco Cateno De Luca che rischia di penalizzare ulteriormente la nostra città – scrivono i pentastellati in una nota. Negare l’arrivo di queste risorse economiche rappresenterebbe un altro duro colpo per Messina, che sta vivendo un periodo molto particolare per l’emergenza coronavirus».

«Il Sindaco – proseguono – deve adesso dimostrare la presenza di 60/70 milioni di euro nelle casse comunali. E qualora ci fossero, ci chiediamo perché togliere questi soldi, che sono un piccolo tesoretto utile per fronteggiare eventuali situazioni critiche che si potrebbero presentare. Proprio per questo presenteremo una richiesta di accesso agli atti per verificare il saldo cassa».

L’augurio per i consiglieri del Movimento 5 Stelle è che Cateno De Luca torni sui suoi passi e decida di accettare le risorse del Decreto Rilancio «perché la sua attuale decisione rappresenta un’occasione sprecata, che potrebbe anche mettere a rischio il futuro della nostra città».

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  1. Pur nutrendo rispetto per gli amici pentastellati mi permetto di sottolineare che la conclusione alla quale giungono appare bizzarra. Da quando non contrarre debiti mette a rischio il futuro? È il contrarre debiti che ipoteca il futuro.

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