foto di un negozio di Messina con la scritta “chiuso” a seguito del decreto contenente le misure contro il coronavirus

A Messina «si rischia la catastrofe economica»: il grido d’allarme di Confesercenti

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Se non si interviene subito «si profila una catastrofe economica per le piccole e le medie imprese di Messina»: a lanciare il grido d’allarme è il presidente di Confesercenti Alberto Palella, che fa il punto della situazione e chiede «un supporto concreto e non solo annunciato» per salvare le attività cittadine dalla crisi nata a causa dell’emergenza coronavirus.

Le piccole e medie attività cittadine sono in affanno, lo testimoniano le tante proteste in corso in questi giorni, a partire da quella organizzata tra il 28 e il 29 aprile, durante la quale i titolari di bar, pasticcerie, ristoranti e pizzerie (ma non solo) hanno acceso e spento le insegne e le luci dei propri locali, «forse per l’ultima volta». Lo conferma il presidente di Confesercenti Messina, Alberto Palella, che si fa portavoce del disagio degli imprenditori messinesi.

«Gli imprenditori – afferma – non hanno nessuna certezza sulle misure di sostegno a fondo perduto annunciate, e al tempo stesso i provvedimenti adottati allo stato attuale non stanno funzionando. In molti casi le aziende stanno ancora aspettando di poterne usufruire, dal bonus al credito agevolato. Non sono stati inoltre bloccati gli affitti, né le utenze, che i titolari d’impresa devono continuare a pagare pur non incassando un centesimo da due mesi. Se non si pratica immediatamente un’inversione di rotta mettendo in atto un supporto concreto e non solo annunciato, non si può pensare di rilanciare un’economia che a Messina è già in sofferenza da anni. Al contrario si favoriscono i colossi dell’online che trasferiscono risorse all’estero».

E tra le attività maggiormente a rischio ci sono quelle cosiddette “di prossimità” come il commercio al dettaglio, parrucchieri e barbieri, centri estetici che, sottolinea Palella: «Sono nelle condizioni di poter riaprire i battenti già il 4 maggio in tutta sicurezza attuando tutte le misure di prevenzione a tutela della salute della clientela e rispettando i protocolli che Confesercenti a livello nazionale e regionale ha condiviso nelle sedi opportune».

Ma anche i bar, i ristoranti, le pasticcerie, le pizzerie e le rosticcerie. Tutti questi esercizi commerciali soffocati dalla crisi economica, aggiunge, potrebbero riaprire al più presto e in tutta sicurezza. L’alternativa, suggerisce, è una «catastrofe economica» in quanto molte attività rischiano di dover chiudere i battenti in maniera definitiva.

«È fondamentale – conclude Alberto Palella – che le imprese ripartano prima possibile, anche applicando protocolli di sicurezza aggiuntivi, oppure attuare seri provvedimenti di sostegno alle imprese dimenticate da questo DPCM. Chiediamo certezze, altrimenti la catastrofe annunciata diventerà realtà».

Per queste ragioni, oggi Confesercenti Messina, insieme ad altre associazioni di categoria, consegnerà al sindaco Cateno De Luca un documento per rappresentare il dramma economico delle imprese messinesi e per chiedere al primo cittadino di mettere in campo tutti gli aiuti possibili di sua competenza.

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