Quest’anno i maturandi canteranno in giro per Messina “Notte prima degli esami”? Colonna sonora che da anni accompagna uno dei momenti più importanti – probabilmente il primo – degli studenti: gli esami di maturità. Non è ancora stato deciso nulla. Sul tavolo, due alternative, come ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina un paio di giorni fa.
La prima alternativa prevede un ritorno tra i banchi di scuola prima del 18 maggio. In tal caso gli esami di maturità si faranno con tutte le prove scritte e orali del caso, con alcune variazioni, in base alle attività didattiche svolte nel periodo di quarantena obbligata.
Nel caso in cui, invece, non si dovesse tornare a scuola prima del 18 maggio – ipotesi che implica la proroga della reclusione da coronavirus – i ragazzi non dovranno affrontare le tradizionali prove scritte ma solo gli esami di maturità orali, con una prova in via telematica.
Il primo vero esame, quello che chiude un capitolo della propria esistenza, potrebbe essere diverso, per la prima volta nella storia degli esami di maturità. Ma a raccontarci come vivono questo periodo fuori dall’ordinario, sono cinque studentesse di Messina che a breve dovranno diplomarsi. Tra problemi di connessione, lezioni in pigiama e legami più forti con i compagni di classe.
Aurora – Gli esami di maturità, l’ultimo scalino prima della vita reale
Aurora De Meo, frequenta la sezione D del Liceo Scientifico Archimede, indirizzo Biomedico. La biologia è la sua materia preferita «perché studia i fenomeni della vita e gli esseri viventi» e da grande vuole essere un medico.
«Le lezioni a distanza rappresentano una realtà nuova anche per noi ragazzi nativi digitali. Interfacciarsi, confrontarsi, dialogare sono tutte attività che prima davamo per scontate mentre oggi assumono un sapore diverso. La lezione tradizionale è stata nel corso dei miei cinque anni la chiave per comprendere e arricchirmi e oggi posso dire che ne sento la mancanza.
È fondamentale, in un momento come questo, aprire la propria mente e accogliere il pensiero del prossimo. Siamo tutti a conoscenza di ciò che sta accadendo fuori dalle nostre abitazioni e dentro noi stessi. Ed è proprio in questo scenario che i miei professori, tra un sorriso e un momento di riflessione, si impegnano affinchè il programma possa essere concluso nel migliore dei modi.
Sara – Mi dispiacerebbe non affrontare la maturità insieme ai miei compagni
I prof. sono, fortunatamente, molto comprensivi e “vicini” a noi studenti: cercano sempre di tranquillizzarci. C’è il momento di scherzo, di studio e i momenti più seri. Ci chiedono sempre come stiamo, noi e le nostre famiglie, come stiamo vivendo l’emergenza, ci informano sempre sulle novità riguardanti i decreti che siano scolastici e non. E ovviamente ci raccomandano sempre di restare a casa, seguire le norme e restare informati.
Purtroppo le idee sull’esame non sono ancora del tutto chiare, neanche dall’alto sanno di preciso cosa fare. Sappiamo che ci sono due possibili scenari da tenere in considerazione: il rientro entro il 18 maggio, di conseguenza avremo una prova scritta, una pratica e l’orale, con commissione interna e un membro esterno (il presidente), ma se così non fosse si svolgerà per via telematica. Si vocifera anche un ritorno della tanto amata tesina, ma ancora nulla è certo.
Della scuola mi manca tutto. Mi manca mettermi in macchina assonnata la mattina, aspettare il suono della campanella nell’atrio, dovermi ricordare l’aula in base al giorno, sedermi con le mie compagne, le risate, le battute, la ricreazione, le serie o il pisolino durante le ore noiose, le pizze d’asporto durante le uscite in orario pomeridiano, i dibattiti e le chiacchiere con i prof., i rimproveri, i buoni e i brutti voti, i compiti in classe e i bisbigli mentre cerchiamo di aiutarci. Assolutamente tutto.
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