Tra gli ospiti del convegno organizzato dall’Università di Messina sulle Paralimpiadi c’era anche Lorenzo Roata, giornalista della Rai, che ha seguito in diretta le Paralimpiadi di Tokyo 2020. «Sul piano delle emozioni – ha detto Roata durante il convegno – non c’è differenza tra sport olimpici e paralimpici. La disabilità non compromette lo spettacolo offerto dagli atleti; la disabilità è un semplice regolamento dentro al quale gli atleti devono misurarsi, con le gioie della vittoria e i dolori della sconfitta. Senza pregiudizio e senza compassione».
Diversi i temi sviluppati durante il convegno sulle Paralimpiadi: dalla rappresentazione mediatica al fenomeno del boosting, senza dimenticare la crescita del movimento paralimpico italiano. «Benefici sociali e culturali – ha detto il prof. Carlo Giannetto – che può comportare quella leva strategica per destagionalizzare e internazionalizzare il turismo».
A Messina un convegno sulle Paralimpiadi
A Messina, il convegno su “Le Paralimpiadi: nuova narrazione della disabilità” è stato organizzato dall’UniMe e dall’Associazione AluMnime in partnership con Ius Law Web Radio, la Radio dell’Avvocatura e il Coordinamento Siciliano dell’AIAS e con il patrocinio di US ACLI Nazionale, SSD Comune di Messina, UniMe Sport e CUG UniMe. «Roata, dialogando con il prof. Francesco Pira – si legge nella nota dell’Università – ha criticato l’atteggiamento di chi si approccia alle Paralimpiadi con atteggiamento compassionevole non cogliendo la bellezza estetica e il valore del gesto atletico dei paralimpici». «Le ricerche più recenti – ha sottolineato il prof. Pira – dimostrano che nel mondo occidentale la rappresentazione mediatica si muove tra l’occultamento/silenzio e il pietismo/compassione della disabilità, con casi di esaltazione/ammirazione per performance sportive o artistiche dove si creano poi i supereroi».
«L’agonismo che spinge i campioni paralimpici – ha ricordato invece l’avv. Mario Vigna, Vice Procuratore Capo della Procura Antidoping – talvolta li induce a comportamenti assimilabili al doping come dimostra il fenomeno del boosting, ovvero, il compimento di veri e propri atti di autolesionismo che alcuni atleti disabili si infliggono per migliorare le proprie performance. Un fenomeno che – come rilevato dall’avv. Claudio Parlagreco – appare di difficile inquadramento giuridico. Ma, ciò non oscura gli esempi dei grandi campioni come Carolina Costa, Roberta Macrì e Anna Barbaro che con passione e sacrificio hanno raggiunto le vette nelle discipline praticate. Un contributo allo sviluppo del movimento proviene ora anche dal legislatore italiano – ha aggiunto la prof.ssa Parrinello – recentemente intervenuto per consentire l’inserimento degli atleti paralimpici nei Gruppi Sportivi militari e dei corpi civili dello Stato.
È un passo in avanti importante, ma l’auspicio, come ha ricordato nella relazione introduttiva il prof. Francesco Rende ripercorrendo le tappe più significative nel percorso di riconoscimento e concreta attuazione dei diritti dei disabili, è che si approvi un intervento a livello più diffuso per garantire che l’esercizio del diritto alla pratica sportiva da parte dei disabili non resti appannaggio soltanto delle eccellenze. Tante sono, infatti, le difficoltà che i disabili incontrano nell’approccio alla pratica sportiva: barriere mentali, architettoniche ed economiche come hanno testimoniato il dott. Giovanni Ficarra e la prof.ssa Fiammetta Conforto che collaborano nella realizzazione di progetti volti all’avvio dei disabili alla pratica sportiva».
L’appuntamento, adesso, è fissato al 2022, anno in cui si terrà la quinta edizione del ciclo di convegni organizzati dall’Università di Messina in occasione della Giornata Internazionale delle persone con disabilità.
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