Centinaia di firme per evitare il conflitto in Siria sono state raccolte dagli operatori della Fondazione Salonia e dell’Università della Pace della Svizzera Italiana la scorsa settimana, prima a piazza Cairoli e poi da oggi al Comune di Messina, dove i due enti hanno aderito alla proposta di Notte Bianca per la Pace del Sindaco Accorinti. Le firme saranno inviate al Presidente Obama per chiedere una soluzione diplomatica alla crisi siriana senza un intervento bellico.
«Proprio negli scorsi giorni — ha detto il professore Domenico Venuti pro rettore con delega ai rapporti Istituzionali e al coordinamento di studio sul Patrimonio Culturale della Sicilia dell’Università della Pace della Svizzera — il Premio Nobel per la Pace 2013 è stato assegnato all’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opcw). I giurati di Oslo, hanno così premiato i tecnici che ora e nei prossimi mesi lavoreranno allo smantellamento dell’arsenale chimico del presidente Assad messo sotto accusa dalla comunità internazionale dopo l’eccidio di 1.400 persone in un sobborgo di Damasco il 21 agosto scorso. Ritengo che questo premio Nobel sia un riconoscimento a chi come noi si batte per una soluzione pacifica di tutti i conflitti. Nessuna iniziativa è semplicemente utopica se riesce a smuovere delle coscienze. La ricerca delle firme è un fatto simbolico che però può essere importante per sensibilizzare la gente comune e cercare di fare pressione sugli stati affinché scelgano sempre la via della non belligeranza».
Il maestro Ernesto Dimitri Salonia, artista e presidente onorario della Fondazione Salonia ha poi rimarcato: «Da Messina con la nostra iniziativa e quella dell’amministrazione parte un grande messaggio di Pace per tutto il mondo, purtroppo ancora oggi le grandi potenze mandano invece solo messaggi di morte o di paura per giustificare le loro guerre. Persino il Cristianesimo affermò i suoi principi solo dopo essere diventata una religione di Stato, uno strumento di potere nelle mani di Costantino, sanguinario e spietato imperatore romano che sconfisse i suoi nemici servendosi della croce di Cristo in hoc signo vinces».
«L’uomo si è servito di Dio per giustificare i massacri, come si è servito degli ideali per trasformali in atti di eroismo e di riscatto contro le ingiustizie dei nemici della patria. Ecco perché dovremmo riscrivere la storia che abbiamo studiato sui libri di testo nelle scuole di Stato. Purtroppo la storia è sempre la stessa, e forse non cambierà mai, perché è la triste storia dell’uomo: una storia di guerra e di massacri».
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