Dalla spiaggia di Rometta Marea all’Agenzia Spaziale Europea. E’ questa, volendo sintetizzare al massimo, la storia di un messinese che non si è accontentato di “vivacchiare” passando da un lavoro precario a un part time sottopagato, di un nostro concittadino che, con coraggio e tanta determinazione, da Messina ha scelto di andare via. Perché, a dire il vero, un passo del genere non è da tutti.
Ma provare a rimanere a Messina, in Sicilia, in Italia, ormai è diventato un atto altrettanto coraggioso. Costruire qualcosa qui, nella terra che ci appartiene, probabilmente è una scelta ancora più estrema, ma tra chi resta e tenta di investire energie e denaro nel proprio paese e chi se ne va, esiste innegabilmente l’esercito dei “poco volenterosi”, tendenzialmente sempre scontenti e lamentosi, che bivaccano nel limbo del “qui non c’è lavoro”, ma nemmeno lo cercano, del “tanto io non ho la raccomandazione, dove devo andare”, del “come faccio a vivere senza il sole e il mare”.
A lui, invece, il sole non è bastato, anzi, ha preferito l’intero sistema solare, e da Messina è finito a Darmstadt, nella sede tedesca dell’ESA. E’ Giancarlo Alessi, ingegnere elettronico, lo incontriamo perché è in città per far visita alla famiglia, giusto per pochi giorni, prima di tornare al lavoro in Germania.
“Sin dai tempi dell’università il mio obiettivo era fare esperienze all’estero– ci confida– le ho fatte combattendo perché a quei tempi l’Università di Messina non era pronta. E’ stato un problema soprattutto nella convalida degli esami. L’Erasmus era ancora ai suoi albori, ma nonostante questo io ho partecipato sia all’Erasmus che al Leonardo e ad altri progetti allora esistenti che mi consentissero di sperimentare la vita e il lavoro oltre i confini italiani”.
Ma poi arriva la laurea e la voglia di crescere sempre di più professionalmente.
“Una volta laureato in ingegneria elettronica– spiega Giancarlo Alessi– ho voluto continuare questo percorso fuori dall’Italia. All’epoca non vedevo passione nei miei coetanei, mi accorgevo che i giovani vedevano la laurea come punto di arrivo anziché di partenza, non si mettevano in discussione a conclusione degli studi. Non c’era e non c’è nemmeno adesso tanta voglia di spostarsi da questa città. Io, finita la carriera universitaria, ho iniziato a mandare il mio curriculum nei centri di ricerca più prestigiosi, fino a quando è arrivato il grande giorno, quello in cui ho ricevuto la chiamata da parte dell’Esa”.
Un giorno che sembrava iniziato come tanti altri, per Giancarlo Alessi, ma che si rivelerà determinante per il suo futuro.
“Quel momento lo ricordo perfettamente. Era settembre mi trovavo in spiaggia a Rometta con gli amici, quando mi hanno contattato ho accettato subito e sono partito con la mia Panda vecchio modello con cui ho girato l’intera Europa. Arrivato in Germania e preso possesso del mio ruolo, ho capito che avevo trovato la mia dimensione, che finalmente potevo fare ciò per cui avevo studiato e lottato. All’Agenzia Spaziale Europea mi occupo delle antenne di spazio profondo, dispositivi giganteschi che servono per controllare le missioni che vi sono ai confini del sistema solare e che comunicano con i satelliti”.
Sulla vita in Germania Alessi ha le idee molto chiare, ma grazie alla determinazione che lo ha sempre contraddistinto, non si è mai voltato indietro.
“In Germania è tutto molto diverso rispetto a Messina- commenta– per molti è il posto ideale dove vivere. La vita lì è estremamente facile, pure troppo. La società è estremamente civile, organizzata ed efficiente. Si ha la percezione diretta di dove vanno a finire le tasse, i servizi funzionano, ma per me questo non è sufficiente perché ho fatto della socialità la bandiera della mia esistenza, che è poi la filosofia che mi ha spinto a viaggiare. I tedeschi sono abbastanza strutturati mentalmente, non posso dire che non siano persone socievoli, ma non c’è empatia. Ho la sensazione che vivano l’esistenza aspettando la pensione”.
Ma come vede Messina un uomo che ha trovato il suo successo altrove?
“Messina la vedo male– ci dice– ho lasciato questa città non perchè non ce la facevo a vivere qui, come in tanti dicono quando se ne vanno, ma devo ammettere che l’ho trovata peggiorata. Alcuni quando me ne andai mi criticarono dicendo che se davvero avevo a cuore le sorti della mia terra dovevo fare qualcosa qui e aiutare la città a migliorare, ma io non sono stato e non sono tutt’ora d’accordo, perchè si può rimanere se si vede la volontà di cambiamento attorno a sè, ma questo allora io non lo percepivo e nemmeno adesso. Dunque mi rendo conto che non ho sbagliato ad andarmene. Adesso le stesse persone che mi muovevano quelle critiche, sono andate a lavorare al nord Italia”.
Giancarlo Alessi è un messinese che ce l’ha fatta, ma sono tanti i ragazzi combattuti tra la voglia di andare via e quella di restare.
“Io consiglio ai giovani, non di lasciare Messina- conclude l’Ingegnere– ma comunque di fare esperienze all’estero, perchè arricchiscono la tua cultura e il tuo curriculum e se un giorno si decide di tornare a casa, sicuramente lo si farà con un bagaglio che consente di capire cosa effettivamente non funziona in questa città e cosa si può fare per migliorarla. E’ inaccettabile che ancora abbiamo l’immondizia per le strade e che non si riesca a trovare una soluzione. In questo senso non mi sento di colpevolizzare la politica, perchè gli amministratori sono il frutto dei voti dei messinesi e il prodotto della civiltà, e in alcuni casi dell’inciviltà dei cittadini”.
Marika Micalizzi
(1924)
di giovani come Lui a Rometta Marea d’estate ne sono cresciuti a decine……….da Ingegneri , a Manager di industrie , a Stilisti a Medici specialisti in strutture di fama mondiale e sono sparsi per il mondo……e ritornano su quelle spiagge …..e …… non si fanno pubblicità ……….ahahahahahahahaha