Le associazioni “Atreju” e “Fare Verde” denunciano l’assenza di un Canile comunale e chiedono un incontro a Croce

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cani-randagiTra le tante cose che mancano in città vi è anche l’assenza di una struttura che possa essere adibita a canile comunale, per affrontare l’annoso problema del randagismo. Trovare una giusta sistemazione a questi animali significherebbe garantire loro una migliore condizione di vita ma anche risolvere un’importante emergenza dal punto di vista sociale e igienico-sanitario. A denunciare, ancora una volta, questa situazione sono i rappresentanti dell’Associazione Universitaria “Atreju-La Compagnia degli Studenti” e l’Associazione Ambientalista “Fare Verde Onlus” di Messina. «È inconcepibile, infatti, che in un Comune di 250.000 abitanti, nella tredicesima città d’Italia, ― dicono da “Atreju” e da “Fare verde” ― non esista una struttura che si possa degnamente qualificare come un “canile comunale”, e attorno a esso tutta quella serie di servizi (come quello di accalappiacani) essenziali per una ordinata gestione del settore». Sono solo alcune associazioni di volontariato a occuparsi dell’assistenza dei randagi, senza ottenere in cambio una retribuzione e utilizzando le proprie risorse personali. «Il “Millemusi” a Castanea, da un lato, e il ricovero allestito presso l’ex Facoltà di Medicina Veterinaria a Maregrosso, dall’altro, sopperiscono alle descritte carenze. Nel secondo caso, quello della ex Facoltà di Veterinaria, accade addirittura che le Istituzioni locali si avvalgono di queste strutture nonostante la piena consapevolezza di una situazione ben al di fuori dei requisiti minimi di legalità». «Fu sotto l’amministrazione Genovese, infatti, ― continuano le associazioni ― che la Giunta comunale consegnò alle associazioni le chiavi della struttura di Maregrosso. Oggi l’A.S.P. mette a disposizione i propri servizi di vaccinazione e sterilizzazione, ma allo stesso tempo non esita un momento, tramite i propri ispettori, a elevare salate contravvenzioni per “esercizio abusivo di cure cinofile”». «Da pochi giorni, il Comune sembra aver aperto gli occhi sull’argomento, ma lo ha fatto nel modo più sbagliato, senza minimamente consultare le associazioni e intimando alle stesse lo sfratto di quei cani (almeno ottanta) che con tanta fatica erano stati accolti, curati, nutriti e soprattutto sottratti al randagismo. Animali che oggi rischiano di riversarsi nuovamente per le strade, aprendo la strada a una nuova e terribile emergenza sociale». «Siamo andati a manifestare solidarietà ― continuano ― ai volontari delle associazioni che gestiscono il canile ex Veterinaria e abbiamo riscontrato una realtà a dir poco sconvolgente: condizioni igieniche ai minimi termini; decine di cani delle più disparate razze e taglie raggruppati in cortili suddivisi alla meno peggio, che comunque godono di buona salute grazie all’assistenza delle volontarie; stanze via via adattate alle esigenze degli animali dove a tutt’oggi giacciono ammassate decine di tesi di laurea, attrezzature informatiche di vario genere, libri di testo e quant’altro, il che denuda l’ulteriore responsabilità dell’Università degli Studi!». L’Associazione universitaria “Atreju – La Compagnia degli Studenti” e l’associazione ambientalista “Fare Verde Onlus – Messina” si schierano con i volontari e i nostri amici cani, preannunciando iniziative di protesta e chiedendo un incontro al Commissario straordinario Croce, affinché assuma  provvedimenti concreti ed equi che possano risolvere la situazione.

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