Neoeletto al Congresso, Evan si è lasciato alle spalle Buffalo per portare sua moglie Joan e i suoi tre figli Dylan, Jordan e Ryan a Huntsville, in una piccola città di provincia in Virginia, dove ha inizio un nuovo capitolo della loro esistenza. Mentre si sistemano nella loro nuova casa, Evan si prepara per il suo primo giorno di lavoro come neoeletto membro del Congresso per lo Stato di New York. Animato da una spiritualità piuttosto superficiale, Evan rivolge a Dio la preghiera di riuscire a cambiare il mondo, senza sapere che il Grande Uomo lassù ha già fatto dei piani ambiziosi e ben precisi per lui: deve costruire un’arca per salvare amici e conoscenti da un imminente catastrofico diluvio. Nonostante si trovi sul punto di perdere tutto ciò che gli è caro, Evan deve scoprire se è stato semplicemente colpito da una crisi di mezza età o se si trova veramente al centro di un fenomeno di proporzioni bibliche.
Talvolta si scrive che si dovrebbero evitare i “numeri due” dei film ben riusciti e questo è indubbiamente il caso: Una settimana da Dio aveva fatto sbellicare dalle risate le platee, mentre questo poco convincente sequel appare più come un mal riuscito tentativo di replica, a partire da Steve Carell, che si perde in un’interpretazione a metà tra un Jim Carrey troppo ingessato e un Mr. Beaneccessivamente patinato. Morgan Freeman è relegato in pochi minuti di interpretazione, sufficienti a risollevare ogni tanto lo spettatore dal torpore.
Il messaggio ecologista è palese anche ai distratti, sospinto in avanti con prepotenza da una trama poco credibile anche per una sceneggiatura basata sull’assurdo. Ridondante e stucchevole, non lascia margine di dubbio su cosa sta per accadere e su quali saranno le probabili svolte della vicenda, o le battute in arrivo, il che rovina anche il fondo di comicità, unico dettaglio forse salvabile.
Regia standard, senza sbavature ma anche senza colpi di genio, che si dilunga nelle inquadrature di una torma d’animali, esotici e non, di proporzioni davvero bibliche, che faranno ricordare Un’impresa da Dio quantomeno come la mecca degli addestratori.
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