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Pronto Soccorso Piemonte, Uil: “Intervenga Accorinti”, Cgil: “Urgono fatti concreti”

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“Il sindaco di Messina, Renato Accorinti, intervenga per scongiurare la chiusura del Pronto soccorso del Piemonte”. Lo affermano Pippo Calapai, segretario generale della Uil-Fpl Messina, e Mario Macrì, responsabile provinciale comparto Medici. I sindacalisti oltre ai disagi per la città derivanti per la chiusura del Pronto soccorso, cui seguirà la chiusura dell’ospedale di viale Europa, sono allarmati anche per i riflessi che si avranno sul piano occupazionale. Infatti, secondo alcune indiscrezioni trapelate, vi sarebbero oltre 200 esuberi derivanti dall’accorpamento dei due ospedali. “La Ulf-Ppl – aggiungono i sindacalisti – in tempi non sospetti aveva paventato la possibilità che vi potessero essere degli esuberi con la chiusura del Piemonte. Ipotesi che si sta puntualmente materializzando se è vero come è vero che a Palermo stanno già facendo le stime sulla futura pianta organica. Al danno per la città si aggiungerà anche la beffa per i lavoratori che rischiano di essere trasferiti in altre strutture sanitarie”.

Calapai e Macrì rivolgono l’ennesimo appello alla classe politica cittadina. “I nostri parlamentari – concludono – mettano da parte le divisioni e affrontino a Palermo la questione del Papardo-Piemonte, perché il manager Michele Vullo possa tornare indietro sulle sue decisioni. Quanto sia importante il Pronto soccorso del Piemonte lo testimoniano i numeri: in sole 24 ore, giorno 11 agosto, si sono avuti ben 86 accessi, di cui 3 codice rosso, 22 giallo, 50 verdi e 11 bianchi. Il Pronto soccorso stava letteralmente scoppiando e Vullo lo vuole chiudere”.

E sulla vicenda interviene anche la Fp Cgil. “Ognuno faccia la propria parte nel solo interesse della città -spiega il sindacato – basta con strane logiche che non fanno altro che affossare la città. L’Assessore Guicciardi chiarisca le vere intenzioni sulla sanità messinese. Alla politica  chiediamo “Come mai sono stati scippati sei milioni di euro al Presidio Ospedaliero? Caso unico in tutta la Regione Sicilia“.

Le ultime notizie pubblicate sulla stampa, e le posizioni assunte da alcuni politici e sigle sindacali riguardo una vicenda, quella del futuro dell’ospedale Papardo Piempnte, che ha visto la FP CGIL sempre impegnata in prima linea, ci spingono a non rimanere più in silenzio e a fornire una corretta versione dei fatti”. Questo il commento della segretaria della Funzione pubblica della CGIL, Clara Crocé, del coordinatore della sanità, Antonio Trino e del responsabile medici, Guglielmo Catalioto, in merito alla situazione del presidio di viale Europa.

“Fino ad oggi – spiegano i sindacalisti – abbiamo lavorato in silenzio cercando di individuare una strada, condivisa, che mettesse d’accordo le varie posizioni, ma soprattutto che mettesse al centro l’interesse della città e dei messinesi, e’ questo è stato lo spirito che ha portato i vari soggetti alla costituzione del comitato “Sanidea”.Piaccia o no, l’unica vera possibilità per salvare l’ospedale Piemonte e procedere sulla strada dell’accorpamento con l’IRCCS. Chi sostiene altro, non fa che affermare, consapevolmente, una falsità, solo per rispondere ad altre logiche o interessi che non corrispondono al bene della comunità, ma esclusivamente ai propri interessi”.

Per evitare la chiusura dell’ospedale Piemonte è necessario portare avanti il protocollo firmato dal Sindaco e da tutte le parti sociali, Comitati compresi . In assenza di decisioni sarà inevitabile l’accorpamento delle strutture . La decurtazione di sei milioni peserà come un macigno sulla gestione del personale che non potrà garantire una adeguata assistenza.

Nel frattempo – continuano i sindacalisti – mentre la FP CGIL ha mantenuto un atteggiamento coerente, ribadendo l’assoluta necessità di avere il punto nascita al Papardo e cercando comunque  soluzioni di salvezza del Piemonte, si è assistito ad una girandola di rassegne stampa e di posizioni che si sono andate via via rincorrendo. Oggi più che mai – concludono i rappresentanti sindacali – è tempo di non inseguire più le chimere e di pensare a cose concrete. L’obiettivo deve essere unico e comune: ognuno faccia la propria parte affinché la città subisca un ennesimo scippo, frutto di strane logiche e altrettanto strane alchimie: tanto politiche quanto sindacali”.

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