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LabDem punta il dito contro l’assessore Cuzzola: «Non difenda l’indifendibile»

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Un polverone inutile sarebbe quello alzato dall’assessore al Bilancio Vincenzo Cuzzola, con la nota inviata pochi giorni fa, secondo il Laboratorio Democratico Messina, un polverone necessario solo a nascondere una situazione sotto gli occhi di tutti. Dopo Daniela Faranda, quindi, anche LabDem punta il dito contro Cuzzola, usando parole molto dure per esprimere la propria contrarietà: «Leggiamo stupefatti la nota, stupefatti perché non si può dire alla fine del mese di agosto che il bilancio di previsione del 2017 era stato predisposto lo scorso dicembre e poi non chiarire perché tale atto non è stato portato all’attenzione del Consiglio Comunale. Inoltre ci chiediamo non sarebbe buona norma, dopo ben 8 mesi di gestione provvisoria, esitare prima il consuntivo 2016? A novembre potrebbero non esserci i margini per un serio assestamento  se si dovesse partire da un deficit 2016».

Ulteriori chiarimenti sulle responsabilità di questa situazione sono chiesti da LabDem all’assessore al Bilancio, nomi e cognomi che facciano capire se ci sono colpevoli e chi sono. Si è ancora in attesa di risultati, continuano a puntar il dito: «Anche la scadenza del 31 luglio scorso prevista dal TUEL (Testo Unico degli Enti Locali) è stata superata senza nessun atto di riequilibrio. Dopo 8 mesi di attività si è ancora in attesa dei risultati del gruppo di lavoro che avrebbe dovuto transigere i debiti fuori bilancio e le passività pregresse così come si è ancora in attesa dell’approvazione dei bilanci delle partecipate».

«Se a giugno 2016 non è stato rimodulato il piano di riequilibrio – conclude LabDem – l’assessore dovrebbe indagare sul perché ciò non è avvenuto, forse nella Giunta non si era disposti a sobbarcarsi di ulteriori sacrifici? Forse il Piano di Riequilibrio è insostenibile?? Se è così lo si spieghi alla Città o passi anche Lui il testimone! Ma per favore non si tenti di alzare polveroni inutili su una situazione che è sotto gli occhi di tutti, ossia la difesa ad oltranza dell’indifendibile».

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