Il sindaco, Renato Accorinti, e l’assessore allo Sviluppo Economico, Guido Signorino, insieme all’esperto comunale in materia di contabilità locale, strumenti e servizi finanziari, Giuseppe Cannizzaro, e all’avvocato Nino Parisi, nel corso di una conferenza stampa oggi a palazzo Zanca, hanno illustrato l’importante proposta di transazione, adottata lo scorso martedì 25 ottobre dalla Giunta municipale, tra la Banca Nazionale del Lavoro ed il Comune di Messina che pone termine ad un pesante contenzioso relativo ai contratti di finanza derivata.
Nel 2002-03 il Comune aveva sottoscritto un primo “swap” con la Banca Nazionale del Lavoro, iscrivendo così anche Messina nel folto “club” di Amministrazioni che aderivano a questa incauta modalità di trasformazione del proprio debito. Dopo varie rimodulazioni dei contratti, nel 2007 l’istituto bancario Dexia Crediop predisponeva una definitiva ristrutturazione delle operazioni in essere, proponendo un contratto che nascondeva sotto il vestito di uno “swap” una rendita garantita per gli istituti di credito. L’annullamento operato dal Comune nel 2011 era stato giudicato non sufficiente dalla Cassazione, la quale (con un verdetto controverso, ma impegnativo a danno del Comune) aveva annullato il sequestro delle somme a carico di Bnl, statuita l’inesistenza di un danno per il Comune e definita la giurisdizione civile presso il Tribunale di Londra. Il Comune si trovava dunque di fronte a una pronuncia negativa della Cassazione rispetto alle proprie tesi e con prospettive poco rosee per il prosieguo del contenzioso. La relazione redatta dall’esperto in materia finanziaria, Giuseppe Cannizzaro, su incarico del sindaco, Renato Accorinti, ha evidenziato aspetti non rilevati dalle precedenti perizie e, in particolare, che l’ultima proposta contrattuale prediposta da Dexia aveva evidenti profili di nullità, configurandosi di fatto non già come uno “swap”, ma come un finanziamento occulto che avrebbe offerto pagamenti solo ed esclusivamente dal Comune alle banche. Il collegamento di questa operazione con quelle precedenti aveva indotto il Sindaco a sottoporre alla Procura della Repubblica un esposto con l’evidenza di una serie di anomalie, spingendo all’apertura di un fascicolo con ipotesi di reato di truffa aggravata e usura.
Nel frattempo sono continuati i contatti tra BNL e Amministrazione comunale, volti alla ricerca di una composizione transattiva della vicenda. Non potendosi più per intervenuta normativa rimodulare o estinguere i derivati in essere, Comune e banca (con l’assistenza dei legali, avvocato Nino Parisi per il Comune e professori Angelo Clarizia e Gianfranco Graziadei e avvocato Francesco Trotta per la BNL) hanno raggiunto un accordo con il quale viene eliminato ogni danno economico per il Comune e viene di fatto realizzata una condizione migliorativa rispetto allo stesso annullamento dei contratti. BNL rinuncia ai flussi “insoluti” (le rate non versate dal Comune a partire dal 2009), ai relativi interessi e al versamento delle rate future fino a tutto il 2017, per un totale di 6,2 milioni di euro, oltre ad interessi. Il Comune, da parte sua, restituisce in 20 anni da oggi, a partire dal 2018 e fino al 2036, un importo inferiore di 115.000 euro rispetto a quanto aveva ricevuto dalla banca nel periodo 2003-2009, determinando una condizione più favorevole rispetto a quanto avrebbe ottenuto nel caso in cui il giudice avesse annullato tutti i contratti. Ambedue le parti rinunciano al contenzioso, risparmiando le ingenti spese connesse a un giudizio da sostenersi a Londra.
“Avere riaperto una partita compromessa da un giudizio pesante della Cassazione che aveva determinato l’archiviazione del procedimento penale è un vero miracolo – dichiara il sindaco Accorinti – la transazione che firmiamo è ancora più favorevole rispetto a quanto avremmo potuto ottenere con l’annullamento dei contratti, caso in cui avremmo dovuto restituire l’intera cifra ricevuta più interessi e rivalutazioni, per un totale che si può stimare in più di 7 milioni. In caso di sconfitta avremmo probabilmente dovuto pagare complessivamente anche oltre 13-14 milioni. Sono risultati importantissimi che annullano una ipoteca enorme sulla testa dei cittadini. Ringrazio quanti hanno lavorato con noi e, in particolare, il nostro esperto, Peppe Cannizzaro e l’avvocato Nino Parisi”.
“Abbiamo raggiunto un risultato importantissimo – commenta l’assessore allo Sviluppo Economico, Guido Signorino, che ha seguito l’intera vicenda – non solamente si elimina ogni danno economico a carico del Comune, ma con l’accordo su tempi e modalità di pagamento si riduce di oltre 3 milioni il peso del piano di riequilibrio.
Rimane inoltre aperta ogni facoltà di agire nei confronti di Dexia e di chi, con l’ultima proposta contrattuale e con i precedenti supporti tecnici, aveva infilato il Comune in un contratto-capestro dannoso e, a nostro avviso, nullo. Su questo versante continueremo ad agire in tutti i modi e in ogni sede”. Adesso l’accordo passa alla valutazione del Collegio dei Revisori dei Conti, per essere sottoposto all’approvazione del Consiglio comunale.
(164)