Una popolazione di 9mila anime che in estate tende a triplicare sprovvista di un’ambulanza. E’ questa la situazione con cui i villaggi dell’estrema periferia nord devono fare i conti da tre anni. Nel 2013, infatti, il presidio del 118, ospitato in una scuola elementare di Castanea, è stato chiuso, nonostante nella zona si registrano ben 900 interventi l’anno. Da allora i residenti della zona rischiano di pagare a caro prezzo l’assenza di un servizio essenziale per la salute pubblica.
A lanciare il grido d’allarme sono stati questa mattina i consiglieri comunali Francesco Pagano, Rita La Paglia e Giuseppe Trischitta, autori di un atto di indirizzo per la riattivazione della postazione di ambulanza. Atto successivamente sposato anche dai consiglieri Fabrizio Sottile e Carlo Cantali che hanno partecipato all’odierna conferenza stampa insieme a Maurizio Mangraviti e Giovanni Celi, rispettivamente vice presidente e consigliere della VI Circoscrizione.
I tre esponenti politici denunciano la grave carenza sottolineando ciò che prevede la legge. Il Decreto del Presidente della Repubblica del 27 marzo 1992 sottolinea infatti come il soccorso sanitario primario debba avvenire in un periodo non superiore agli otto minuti nei centri urbani e ai venti minuti nelle zone extra urbane. Tempi che nei villaggi della zona nord non è possibile rispettare. “C’è un problema sanitario da risolvere – ha spiegato Rita La Paglia – nel 2014 avevamo proposto l’utilizzo di una ex scuola di Spartà per ospitare il presidio, l’Asp sarebbe stata pronta a pagare le utenze, ma l’amministrazione ha invece destinato tali locali a deposito. Occorre trovare una nuova sede, l’ambulanza di Castanea intanto rimane parcheggiata all’istituto Mandalari”.
Tuttavia, secondo uno studio effettuato dalla stessa Asp con il Seus, il presidio del 118 deve tornare a Castanea. “E’ questa la sede più idonea dal punto di vista logistico – ha precisato Mangraviti – da Castanea l’ambulanza riuscirebbe più facilmente le numerose frazioni impiegando meno tempo rispetto a Spartà. E’ opportuno che lo stabile che ospitava fino a tre anni fa il presidio venga ristrutturato visto che negli anni scorsi è stato reso inagibile e sulla tematica bisognerà anche chiarire aspetti legali”.
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