Vertenza Cus-Unime Sport. Reset chiede trasparenza e il ripristino di una dignitosa normalità

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373499 231794523547793 1316096414 n«Come abbiamo più volte avuto modo di chiarire non crediamo che la politica debba occuparsi esclusivamente di questa o quella vertenza, poiché il compito di una classe politica e dirigente adeguata deve essere quello di creare le condizioni perché il lavoro torni ad essere un diritto per tutti e non certo una cortesia fatta dal “politicante” di turno». Questo il pensiero di Reset che porta sotto i riflettori la vertenza Cus-Unime Sport, che vede — dicono dal movimento — lavoratori in attesa, in alcuni casi, anche di 31 mensilità e una doppia gestione dell’Ente poco chiara. «Non vi è alcuno scrupolo — prosegue Reset —, nessuna remora nella gestione della vita e del futuro delle persone. Una vergogna che per qualcuno è divenuta “normale” e che, invece, noi non siamo disposti ad accettare. La questione — si legge nella nota — diviene ancora più grave quando si prende atto che la gestione del bisogno non attiene soltanto alle segreterie dei partiti ma riguarda anche la gestione degli impianti sportivi dell’Università, luogo in cui la competenza e la trasparenza dovrebbero rappresentare l’elemento di connotazione e normalità». La vertenza dei lavoratori del Cus, secondo Reset, è grave poiché rende palese un «fenomeno culturale, folle, che vede nella gestione del potere il proprio unico obiettivo». «La vicenda CUS – Unime Sport — evidenziano da Reset —, la citiamo come paradigma di una politica assurda, distante dai bisogni dei lavoratori e della gente, che vogliamo assolutamente cambiare e dimenticare al più presto». Il movimento Reset chiede ai candidati alla carica di Rettore di chiarire il percorso che intendono intraprendere per risolvere la questione della duplicazione di Enti, «che sembra — rilevano —, l’unico caso in Italia di doppia gestione sportiva, dell’assurda e gravissima situazione finanziaria, dell’iniquità dei trattamenti verso i dipendenti  e dell’utilizzo di collaboratori a quanto pare “assunti” con contratti non consoni alle attività effettivamente svolte per conto dell’istituzione». «Ci chiediamo — concludono — come sia possibile che prima si commissari l’Ente per poi perorare la rielezione proprio di chi era stato commissariato. Nessuna ragionevolezza, nessuna soluzione per migliorare i servizi erogati dal CUS e per i risolvere i problemi dei lavoratori che responsabilmente hanno atteso anni credendo alle promesse del reggente di turno. La verità, ancora una volta, è che la normalità non viene garantita poiché la cultura politica di governo in questa città è strumentale agli interessi di pochissimi e a discapito dell’intera comunità messinese».

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