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Renzi chiede unità nel Pd, Accorinti riceve lettere e video

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Renzi calabròLe piazze segnano la chiusura della campagna elettorale. Probabilmente per l’orario infelice, le 18,30 (ma Matteo Renzi doveva prendere l’aereo)  l’area del Duomo non era molto affollata. Non c’era il cantante ma il sindaco di Firenze a sostegno di Felice Calabrò e subito dopo è giunto il presidente della Regione Crocetta che nel primo pomeriggio era stato tra le baracche a Camaro San Paolo. Renzi ha lanciato un appello affinché la politica torni a essere amata. “I problemi si risolvono cambiando i politici e non dicendo no alla politica” – è stato uno dei passaggi di Renzi che ha lanciato un appello all’unità nel partito. In piazza anche i renziani Francesco Palano Quero e Alessandro Russo che hanno ribadito come la loro posizione non cambia e non hanno voluto rilasciare dichiarazioni. Sul palco anche il governatore Rosario Crocetta che ha parlato di risanamento, della recente indagine sulla Formazione professionale che ha coinvolto politici, dei temi che interessano la Regione e lanciando Calabrò definito un sindaco che farà bene per Messina. A piazza Lo Sardo, alle 21, il comizio di Renato Accorinti, candidato sindaco di Cambiamo Messina dal Basso che si è riempita con il passare dei minuti. Ad Accorinti è giunto il sostegno del sindaco di Milano Giuliano Pisapia che ha inviato una lettera, di Jacopo Fo in audio e anche di Antonio Presti, candidato al Senato con il Megafono, che si è detto disponibile a collaborare nell’attività amministrativa del pacifista. Sul palco sono sfilate storie, personaggi e vertenze della città. “Siamo a una svolta – ha gridato Accorinti – possiamo mandare a casa tutta la politica che fin adesso ha governato male Messina, noi non siamo l’antipolitica ma l’alternativa a questa politica che ha “distrutto”, è finito il tempo della delega, tocca a tutti noi e a chi voglia di cambiare veramente le cose e con l’aiuto di tutti, nessuno escluso, andare verso un nuovo modo di fare politica che sia a servizio della città e non di pochi”.

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