Approvato in Consiglio Comunale il Regolamento di Regolarità Tributaria proposto dalla Giunta De Luca, seppur con alcune sostanziali modifiche. Il documento, si ricorda, nasce con l’obiettivo di ridurre l’evasione fiscale e ha visto nel corso degli ultimi mesi un animato dibattito tra i gruppi consiliari e l’Amministrazione. Soddisfatti il PD e il Movimento 5 Stelle, scontro in Aula con il Gruppo Misto, che ha deciso di astenersi.
Predisposto a giugno 2021, il Regolamento di Regolarità Tributaria è approdato in Consiglio Comunale, dove è stato approvato con 13 voti favorevoli, 1 voto contrario e 3 astenuti. Il documento originario prevedeva, tra le altre cose, la sospensione della licenza per gli esercenti che avessero un debito con il Comune di Messina dai 100 euro in su. Punto, questo, oggetto di un acceso scontro tra l’Amministrazione ed il consigliere di Sicilia Futura, Nino Interdonato, che ha presentato un emendamento – approvato dall’Aula – per alzare questa soglia a 1.000 euro.
Il regolamento prevede che il rilascio delle licenze, delle Scia, delle concessioni e dei rinnovi che riguardano attività commerciali e produttive sia subordinato alla verifica del pagamento dei tributi locali. Una volta accertata l’irregolarità, il Comune ha così la possibilità di non rilasciare, rinnovare o revocare le autorizzazioni ai soggetti morosi per ciò che concerne Imu, Tari, tassa di soggiorno, Cosap ed altre imposte.
Approvato il Regolamento di regolarità tributaria, il PD: «Questi i fatti, non le canzonette di chi amministra»
Soddisfatto dell’esito della votazione il Partito Democratico, che non ha però lesinato aspre critiche nei confronti del sindaco di Messina, Cateno De Luca, e della delibera da lui consegnata all’Aula. «Grazie al lavoro approfondito di studio e correzione – scrivono i consiglieri PD Gaetano Gennaro, Alessandro Russo e Antonella Russo – che il nostro Gruppo ha svolto in commissione e in Aula di Consiglio, sostenendo degli emendamenti molto significativi per i cittadini, il testo finale viene depurato da disposizioni che – lasciate nella versione in cui era stato previsto dalla Giunta De Luca – avrebbero comportato sacrifici insopportabili per i messinesi».
Il riferimento è proprio a quella soglia di debito massimo inizialmente fissata a 100 euro, oltre la quale gli esercenti si sarebbero visti sospendere la licenza: «Solo grazie al nostro contributo e al nostro voto – sottolineano –, ad esempio, la soglia minima di morosità è stata elevata a 1.000 euro, al posto dei 100 euro previsti da De Luca. Ciò avrebbe significato che avere anche una semplice morosità di 100 euro avrebbe potuto comportare per un piccolo commerciante addirittura la sospensione della propria licenza commerciale. Un esito pesantissimo e ingiustificato che soprattutto in questa fase di grande difficoltà economica per le famiglie e le attività commerciali messinesi post Covid si sarebbe dovuto evitare. Il nostro contributo in questo è stato determinante».
Al di là dell’esito della votazione e delle modifiche apportate alla delibera, i tre consiglieri comunali del PD si esprimono duramente contro i colleghi del Gruppo Misto, che si sono astenuti dalla votazione: «Il gruppo che è a sostegno del Sindaco De Luca in Aula, al momento del voto si è astenuto, quindi non intendendo seguire la scelta di alleviare il disagio economico per cittadini e imprese della città, nonostante le innumerevoli chiacchiere che sul punto da costoro sono state più volte diffuse».
Frecce avvelenate anche contro il sindaco Cateno De Luca che, secondo Gaetano Gennaro, Alessandro Russo e Antonella Russo: «continua a non avere un sostegno politico in aula, privo di una maggioranza che possa sostenerne gli atti e – per fortuna della città – con un Consiglio che ogni volta che mette mano alle delibere proposte dalla sua Giunta, le corregge, le modifica, le ridisegna a favore dei cittadini, dimostrando ancora una volta come questi atti arrivino in Consiglio in maniera affrettata, raffazzonata e precaria».
«Il lavoro del Consiglio comunale – concludono i tre esponenti del PD –, per chi voglia uscire per un attimo dal calembour immaginifico che De Luca propala sui suoi canali social, dimostra di essere determinante per correggere e modificare in chiave di favore della città le delibere che l’amministrazione propone. Questi i fatti, non le canzonette di chi amministra».
Il M5S: «Scarsa capacità di riscossione dei tributi da parte dell’Amministrazione De Luca»
Sulla stessa lunghezza d’onda i consiglieri del Movimento 5 Stelle Andrea Argento, Cristina Cannistrà e Giuseppe Fusco: «Non possiamo tacere – scrivono in una nota – sul comportamento dei consiglieri del Gruppo Misto presenti in Aula, che nonostante le rassicurazioni del Segretario Generale in merito a presunte violazioni di legge, hanno votato sfavorevolmente una delibera di estrema importanza per le sorti della città. Per di più, mettendo a repentaglio l’esito della seduta, si sono avvalsi dell’uso dell’astensione: una modalità di voto, prevista comunque dal testo unico degli Enti locali, che in passato è stata più volte criticata – con i toni e i modi che gli sono propri – dallo stesso sindaco Cateno De Luca. Si tratta, a nostro avviso, di un comportamento estremamente contraddittorio, ma evidentemente esistono due pesi e due misure».
Per quel che riguarda i lavori d’Aula, a far storcere il naso ai consiglieri pentastellati è stata però la mancata approvazione di un loro emendamento: «Esprimiamo rammarico – aggiungono – per il mancato accoglimento di un nostro emendamento sull’espunzione della Cosap (oggi confluita nel Canone Unico), la quale, per espressa decisione della Corte Costituzionale, non è un tributo e pertanto non poteva essere assoggettata a tale regolamento. Sia il Segretario Generale che il Dirigente competente hanno espresso parere contrario, che abbiamo rispettato pur non condividendolo».
Aspre critiche anche qui, nei confronti del sindaco Cateno De Luca: «Da tempo – concludono i pentastellati – ribadiamo che l’evasione tributaria ha raggiunto a Messina una situazione non più tollerabile, aggravata inoltre dalla scarsa capacità di riscossione dei tributi comunali da parte dell’Amministrazione targata Cateno De Luca, certificata dal Collegio dei Revisori dei Conti. Basti pensare che poco più di un anno fa lo stesso Organo di Revisione aveva quantificato i residui attivi della Tarsu-Tares –Tari in una cifra superiore ai 132 milioni di euro».
(Foto di repertorio)
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