Elezioni politiche 2022, Impegno Civico: «Messo a punto il decreto Taglia-Bollette»

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Continua la campagna elettorale in vista delle elezioni politiche del 25 settembre 2022; tocca ai candidati alla Camera dei Deputati, ai seggi di Enna e Messina, per Impegno Civico con Luigi Di Maio: Francesco D’Uva, Roberta Alaimo e Andrea Giarrizzo che dicono di avere già «messo a punto i dettagli di un decreto Taglia-Bollette da approvare appena parte la nuova legislatura».

«Impegno Civico – scrivono i candidati – è l’unica forza politica che ha messo in campo proposte concrete per affrontare le conseguenze del “caro bollette”. Mentre lavoriamo per un nuovo decreto aiuti da emanare a breve e continuiamo a batterci per il tetto massimo al prezzo del gas, abbiamo messo a punto i dettagli di un decreto Taglia-Bollette da approvare appena parte la nuova legislatura. Lo Stato pagherà l’80% della bolletta delle imprese almeno fino alla fine di quest’anno. Si tratta di un intervento di natura emergenziale che costa 13,5 miliardi di euro ma che scongiura conseguenze per più costose ai danni di aziende, lavoratori e famiglie».

Secondo D’Uva, Alaimo e Giarrizzo per finanziare l’intervento «si può attingere alle somme che entrano nelle casse dello Stato grazie alla crescita economica, al prelievo sugli extraprofitti e dalle risorse provenienti dall’aumento dell’inflazione. A trarne un grande beneficio – continuano i candidati alle elezioni politiche 2022 per Impegno Civico – sarà l’intero sistema produttivo: il decreto Taglia-Bollette ci aiuterà a scongiurare il rischio che chiudano i battenti 120mila imprese e che 375mila persone perdano il loro posto di lavoro. Dal canto loro, le famiglie pagheranno meno i beni e i servizi prodotti, perché grazie alla riduzione dell’80% le aziende non dovranno scaricare su di loro i costi energetici».

Infine, ultimo affondo al «trio sfascia conti», in riferimento a Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi. «Continuiamo –  concludono i candidati – a chiedere con forza che tutte le forze politiche sostengano il presidente del consiglio Mario Draghi nella battaglia per fissare un tetto massimo europeo al prezzo del gas. Dopo l’apertura della Germania il traguardo è più vicino e questo rende ancora più incomprensibile l’ostracismo del trio sfascia conti Meloni-Salvini-Berlusconi, che evidentemente preferisce assecondare l’accoppiata Putin-Orban piuttosto che proteggere famiglie e imprese italiane. Noi continueremo a insistere e a batterci, perché è in gioco la tenuta sociale del Paese».

Sul caro-bollette

Già un anno fa, a settembre 2021, il Ministro della Transizione energetica, Roberto Cingolani, in occasione del convegno organizzato dalla CGIL a Genova, aveva detto che «lo scorso trimestre la bolletta elettrica è aumentata del 20%, il prossimo trimestre aumenta del 40%, queste cose vanno dette, abbiamo il dovere di affrontarle». Il caro-bollette deriva quindi da un aumento del costo delle materie prime come gas e combustibili.

«In un paese come l’Italia, – scriveva Leonardo Siligato su “Il Post”, 14 agosto 2021–,  in cui la povertà energetica – cioè l’impossibilità di accedere ai servizi energetici di base o di avere un sistema di riscaldamento e raffrescamento soddisfacente per il proprio benessere – interessa oltre 2,3 milioni di famiglie, questo è un problema serio, che il governo ha tentato di arginare riducendo alcuni oneri che aumentano il costo delle bollette. Ma l’effetto ha ridotto l’aumento del costo finale per i consumatori solo in misura parziale, e i prezzi sembrano destinati a salire ancora». Tornando al Ministro Cingolani, ha fatto sapere che la prossima settimana potrebbe arrivare nuovo decreto contro i rincari nelle bollette di luce e gas.

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