Decoro scuole. Garofalo, Misuraca e Bosco: «Lavoratori senza stipendio. Governo mantenga impegni»

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Garofalo, Misuraca e Bosco presentano una interrogazione per i 22mila lavoratori ex Lsu impiegati nel servizio di decoro delle scuole che – sottolineano in una nota – «sono senza stipendio dal mese di luglio e senza alcun ammortizzatore sociale che li sostenga».

A gran voce,  i deputati di Area Popolare chiedono che «il Governo mantenga gli impegni presi».

«Il Governo – scrivono – deve mantenere gli impegni presi e dire quali iniziative intende adottare per i 22mila lavoratori ex Lsu e dei cosiddetti appalti storici, 2500 solo in Sicilia, impiegati nel servizio di decoro delle scuole che sono senza stipendio dal mese di luglio e senza alcun ammortizzatore sociale che li sostenga”.

I tre deputati hanno presentato un’interrogazione parlamentare in merito al Miur e al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

«Il 28 marzo 2014 – spiega Garofalo – è stato sottoscritto un accordo interministeriale proprio per assicurare la continuità occupazionale a questi lavoratori. Nell’accordo, dal quale è scaturito un progetto di riqualificazione soprannominato “ScuoleBelle”, grazie al quale sono stato garantiti interventi di decoro in oltre 7mila plessi scolastici, si prevedeva che al fine di arrivare alla definitiva soluzione della problematica occupazionale, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Scientifica avrebbe utilizzato risorse complessive pari a 450 milioni di euro, a decorrere dal 1 luglio 2014 e sino al 30 marzo 2016».

«Nonostante l’impegno preso, tuttavia – continua il parlamentare –  il Miur non ha provveduto, dal primo luglio scorso,  ad assegnare i finanziamenti con la conseguenza che i lavoratori sono stati sospesi dal lavoro e dalla retribuzione».

«È necessario intervenire senza ritardo – conclude Garofalo – mantenendo fede agli impegni presi, attraverso lo stanziamento dei 170 milioni per la copertura fino a marzo 2016 e, nelle more, consentendo il ricorso alla casa integrazione in deroga affinché sui lavoratori possano trovare modo di affrontare i due mesi estivi serenamente come loro diritto».

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