Consiglio Comunale, l’Aula dice “sì” all’Amministratore Unico per ATM

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Passa la prima delle tre delibere per l’introduzione dell’Amministratore Unico nelle società partecipate del Comune di Messina, quella riguardante l’Azienda Trasporti, ovvero l’ATM. Diciassette i presenti al momento del voto, fuori dall’Aula il Gruppo Misto, presente invece alla votazione degli emendamenti. La delibera è passata con 15 voti favorevoli e 2 astenuti. Passata anche l’immediata esecutività.

Dopo il buco nell’acqua di lunedì scorso, le tre delibere per il passaggio dal CdA all’Amministratore Unico nelle Partecipate sono approdate in Consiglio Comunale, munite finalmente dei pareri tecnici necessari. Non si sono discusse tutte e tre, però, ma solo quella riguardante ATM. Nello specifico, la delibera prevede sia l’Amministratore Unico che il CdA, ma vede nella prima opzione quella “tipica”, il prototipo da cui partire nel definire gli organi di gestione della Società. Nel caso in cui il socio unico (nel nostro caso il Comune di Messina) decidesse di instaurare invece un Consiglio di Amministrazione – quindi un organo composto da presidente e consiglieri – dovrà redigere una delibera motivando la propria scelta. L’obiettivo dichiarato? Ridurre i costi di gestione delle Partecipate.

A dare il via alla discussione è stato il consigliere del PD, Alessandro Russo, tra i proponenti dell’unico maxi-emendamento alla delibera: «Si prevedono entrambe le figure – ha spiegato –, sia l’Amministratore Unico che il CdA. Però, a differenza di quanto c’è attualmente nel regolamento di ATM, che parla genericamente di possibilità di scegliere l’Amministratore Unico, abbiamo contemplato la casistica nel caso in cui il Socio Unico scegliesse l’Amministratore Unico e la casistica nel caso in cui scegliesse il CdA. È troppo semplice dire che l’Amministratore Unico sostituisce il CdA, ma in realtà ci sono poteri di rappresentanza diversi. Il maxi-emendamento è volto a disciplinare entrambe le casistiche.

«È espressamente previsto – ha aggiunto – che la figura tipica da cui il socio unico deve partire nel valutare la forma migliore di organizzazione delle società partecipate è l’Amministratore Unico. Si parte da quel prototipo, così come prevede la Legge Madia. Dopodiché è possibile anche istituire un CdA. È stato previsto però che per il passaggio al Consiglio di Amministrazione, poiché comporta delle spese aggiuntive che gravano sulle tasche dell’Ente, occorra motivare la scelta con una deliberazione del Socio Unico che, appunto, dettagliatamente, specifichi perché delle società con pochi dipendenti e con servizi semplici da gestire debbano essere affidate a un CdA. L’esempio tipico è la Patrimonio Messina Spa».

Terminato il tempo per l’esposizione degli emendamenti si è passati alla votazione. La delibera è passata con 15 voti favorevoli su 17 presenti (dopo che il Gruppo Misto ha lasciato l’Aula). E adesso? Adesso tocca ancora a MessinaServizi Bene Comune e AMAM, per le quali si voterà (presumibilmente) domani. Insieme a queste delibere sarà presentata anche una mozione con cui verrà richiesto al Commissario Straordinario, Leonardo Santoro, di dare immediata esecutività alle deliberazioni in questione, «razionalizzando gli organi di gestione e procedendo subito alla nomina degli Amministratori Unici». Se così si dovesse procedere, a breve vedremmo azzerarsi i vertici delle tre Partecipate.

La Seduta è filata per lo più liscia, ma non è mancato un piccolo “colpo di scena”.

 

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