foto d'epoca di messina: giardino a mare

C’era una volta Messina: storia delle ville comunali e del verde in città – FOTO

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I “parchi che non ci sono”, alcuni progetti mai realizzati o lasciati a metà

Messina è, purtroppo, la patria dell’incompleto, dell’irrealizzato, della bellezza negata. Testimonianza ne sono, tra le altre cose, tutti quei progetti lasciati nel cassetto, a volte magari avviati ma poi dimenticati o abbandonati all’incuria e al degrado.

«Nella zona della collina Ogliastri – ricorda, per esempio, Franz Riccobono – era stata prevista la costruzione di un grande parco, a cascata, secondo il progetto dell’architetto Fiore, che avrebbe dovuto arrivare fino a piazza Castronovo, dove terminava la via Ferdinanda (poi Garibaldi). Di questo progetto rimane solo un boschetto di pini che si può vedere tutt’oggi. Anche sopra San Licandro c’è una specie di giardino, l’inizio di un progetto che non è mai stato effettivamente realizzato. Davanti ai Cappuccini, invece, c’è un giardinetto pubblico mai aperto; così come, un po’ in tutta la città e soprattutto in periferia, esistono tante, troppe, aree abbandonate, tentativi falliti poi diventati col tempo depositi di spazzatura».

Un grande giardino pubblico doveva essere realizzato anche alle falde della collina su cui sorge l’antico Castellaccio. Lì dove un tempo vi era la storica Torre Vittoria, ci spiega Franz Riccobono «durante gli anni della ricostruzione era stato strutturato un parco della rimembranza con la piantumazione di alberi che ricordavano i caduti della I Guerra Mondiale. Negli anni ’60 però tolsero tutto. Pur essendo vincolati, sia il parco che la Torre furono demoliti per lasciare spazio a una cooperativa di postelegrafonici».

«Un altro piccolo ma suggestivo giardino pubblico – prosegue – era stato previsto anche a valle di Gonzaga, come documenta la piantumazione avvenuta negli anni ’30 di tutta una serie di pini mediterranei».

Proposte per una Messina più verde

foto d'epoca di messina: canale del lago di ganzirriMa passando dai progetti caduti nel dimenticatoio o lasciati in sospeso, a quelli che si potrebbero realizzare per Messina, Franz Riccobono lancia una proposta: «Un luogo che potrebbe divenire un grande parco urbano, dalla straordinaria bellezza paesaggistica, è quello degli antichi piani del campo, detti Campo Inglese e quindi Campo Italia. Tutto questo vasto pianoro fino agli anni ’70 era in mano ai militari. Cosa che aveva consentito lo sviluppo di una ricca flora arborea che ancora oggi si conserva, in gran parte, e che potrebbe costituire la base per un grande parco suburbano da cui ammirare la bellezza struggente del panorama dello Stretto di Messina con la Calabria all’orizzonte, delle Isole Eolie e della costa tirrenica. È praticamente un parco pronto, basterebbe ripulirlo e organizzarlo».

Infine, un grande polmone verde di Messina sono ovviamente le colline, a cui si accede dall’Annunziata, da Giostra o da Camaro. Lo stesso discorso vale per l’area della Riserva Naturale di Capo Peloro, comprendente i due laghi di Ganzirri e Torre Faro. Anche quest’ultima, zona in cui non guasterebbe un po’ più di manutenzione e su cui, sembrerebbe, si sta cominciando a fare qualcosa. È di poche settimane fa, infatti, l’annuncio dell’avvio delle procedure per il progetto “Balconi sui laghi” e per una più ampia riqualificazione di tutta l’area che, si spera, dovrebbe avvenire nei prossimi mesi.

(Foto dell’archivio di Franz Riccobono e Giangabriele Fiorentino)

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  1. D’accordissimo a questi progetti purché non facciano la fine di quel poco verde che abbiamo: ricettacolo di rifiuti, ratti e insetti spesso causati dall’incuria e poca attenzione di qualche cittadino.

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