L’indagine ha riguardato complessivamente 6.297 laureati dell’Università di Messina, triennali e specialistici biennali usciti nel 2011 e intervistati dopo un anno e i laureati specialistici biennali usciti nel 2007, intervistati dopo cinque anni. L’analisi considera la situazione del Mezzogiorno e il divario, dal punto di vista occupazionale, tra Nord e Sud: a cinque anni dalla laurea tra i laureati specialistici residenti al Nord il tasso di occupazione è pari all’89%, contro l’80% rilevato tra i colleghi del Sud. Inoltre, se l’impegno in un’attività lavorativa pare essere caratteristica peculiare dei laureati settentrionali, la prosecuzione degli studi con la laurea specialistica contraddistingue in particolare i colleghi meridionali, i quali si dichiarano iscritti ad un corso di secondo livello, indipendentemente dalla condizione lavorativa, nella misura del 59% (contro il 51% del Nord).
L’indagine ha coinvolto, con tassi di risposta tra l’85 e l’87%, 2.889 laureati triennali e 1.042 laureati specialistici biennali usciti dall’Ateneo di Messina nel 2011 e intervistati dopo un anno, ovvero nel 2012. Il tasso di occupazione dei neolaureati triennali di Messina è pari al 34%, un valore inferiore alla media nazionale (44%). Tra gli occupati triennali dell’Università di Messina, il 25% è dedito esclusivamente al lavoro, mentre il 9% coniuga la laurea specialistica con il lavoro. Chi continua gli studi con la laurea specialistica è il 51%: il 42% è impegnato esclusivamente nella laurea specialistica, mentre, come si è detto, il 9% studia e lavora. Il 21%, non lavorando e non essendo iscritto alla laurea specialistica, si dichiara alla ricerca di lavoro. Il lavoro stabile — contratti a tempo indeterminato e lavoro autonomo (lavoratori in proprio, imprenditori, ecc.) —coinvolge, a un anno dalla laurea, 38 laureati occupati su cento di primo livello di Messina (la media nazionale è il 34%). Gli occupati che non hanno un lavoro stabile rappresentano il 62% (prevalentemente con contratto a tempo determinato; il 15% senza contratto). Il guadagno (calcolato su chi lavora solamente) è in media di 967 euro mensili netti. A livello nazionale è di 1.040 euro. L’analisi deve tenere conto che si tratta di giovani che in larga parte continuano gli studi, rimandano cioè al post-laurea di tipo specialistico il vero ingresso nel mondo del lavoro.
Cosa avviene, dunque, ai laureati specialistici a un anno dalla laurea?
A dodici mesi dalla conclusione degli studi, risulta occupato il 54% dei laureati, un valore inferiore alla media nazionale del 59%. Il 13% dei laureati continua la formazione (è il 13% a livello nazionale). Chi cerca lavoro è il 33% dei laureati specialistici di Messina, contro il 29% del totale laureati specialistici. A un anno dalla laurea, il lavoro è stabile per 42,5 laureati occupati su cento di Messina, più della media nazionale (34%). La precarietà riguarda il 57,5 del collettivo (prevalgono i contratti a tempo determinato; il 14,5% lavora senza contratto).
Il guadagno è inferiore alla media nazionale: 858 euro mensili netti, contro i 1.059 del complesso dei laureati specialistici.
Mentre i neolaureati risentono maggiormente della crisi, con il trascorrere del tempo dal conseguimento del titolo, le performance occupazionali migliorano.
I laureati biennali specialistici di Messina del 2007, intervistati a cinque anni dal titolo, sono 393, con un tasso di risposta del 75%.
Il 75% è occupato; a livello nazionale il tasso di occupazione è dell’86%. Il 5% risulta ancora impegnato nella formazione (è il 5,5% a livello nazionale). Chi cerca lavoro è il 20% contro il 9% del complesso dei laureati. La quota di occupati stabili cresce tra uno e cinque anni dal titolo, raggiungendo il 66% degli occupati; la media nazionale è del 73%. Le retribuzioni nominali arrivano, a cinque anni, a 1.198 euro mensili netti (a livello nazionale il guadagno medio è di 1.440).
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