Scuole di Specializzazione e Medicina generale: ribaltata la pronuncia del Tar

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Con ordinanza del 3 aprile scorso, della VI sez. del Consiglio di Stato, è stata riformata l’ordinanza del Tar del Lazio che aveva rigettato un ricorso della Fp Cgil Medici patrocinato dagli Avvocati Michele Bonetti e Santi Delia.

Il Consiglio di Stato, relativamente ad uno dei più discussi concorsi di questi ultimi anni, si è per la prima volta pronunciato nella Sua sede giurisdizionale, dopo l’accoglimento dei cosiddetti 300 ricorrenti, che avevano proposto un ricorso straordinario al Capo dello Stato.

Il Consiglio di Stato ha dunque accolto i motivi di appello dei due avvocati e richiesto al Tar di rivedere il proprio giudizio. Accolto anche il ricorso su Medicina Generale, ammettendo in sovrannumero un ricorrente su illegittimità generali della graduatoria.

Ma cosa è accaduto, in particolare, sul concorso di Medicina Generale Sicilia?

A differenza delle specializzazioni caratterizzate dalla graduatoria unica su tutto il territorio nazionale, il corso per diventare medico di famiglia è gestito dal Ministero della Salute e dalle Regioni.
Un test unico per tutti, da svolgersi nello stesso giorno, ma con graduatorie regionali e la solita “lotteria” imponderabile della scelta della Regione dove concorrere.

“Con questo metodo – commenta Delia – si assiste alla presenza di candidati rimasti fuori dal corso di formazione nella Regione Sicilia con punteggi di 75 ed altri, a centinaia, ammessi in altre Regioni con punteggi molto più bassi -tra le altre, ad esempio, Molise (punteggio minimo 69), Sardegna (punteggio minimo 71), Calabria (72), Veneto e Basilicata (74), Puglia (68). Così – continuano i legali- il concorso si trasforma in una vera e propria cabala ove, per usare le parole del Consiglio di Stato nell’ambito del contenzioso poi approdato alla Consulta, “la scelta degli ammessi risulta dominata in buona misura dal caso”.

Appare paradossale, inoltre – concludono Bonetti e Delia – che “i giovani medici siano stati inseriti in un sistema di graduatoria nazionale che li porta a circolare in ambito nazionale e rappresentano la categoria da sempre privilegiata per valorizzare in ambito comunitario il principio di libera circolazione delle persone e dei titoli e, solo nell’ambito della medicina di famiglia, si assista ad una incomprensibile e non meritocratica chiusura”. “Per noi è l’ennesima tappa di una battaglia per la formazione dei giovani medici che deve consentire a tutti i laureati uno sbocco formativo e di specializzazione”

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