AlmaLaurea. Cresce il numero di occupati dopo la laurea

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Nel corso di una conferenza stampa, è stato presentato stamane il XVII Rapporto AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati italiani che ha coinvolto, a livello nazionale, quasi 490mila laureati di tutte e 65 le università. L’analisi ha riguardato complessivamente 7.358 laureati dell’Università di Messina rilasciando, per l’anno 2014, dati particolarmente positivi in merito all’occupazione laureati Unime nell’anno 2013.

L’indagine ha coinvolto, con un tasso di risposta dell’84%, 3.026 laureati triennali e 1.066 laureati magistrali biennali usciti dall’Università di Messina nel 2013 e intervistati dopo un anno, ovvero nel 2014.
Il tasso di occupazione dei neolaureati triennali è pari al 31%, la media nazionale è del 41%. Tra gli occupati triennali dell’Università di Messina, il 23% è dedito esclusivamente al lavoro, mentre l’8% coniuga la laurea magistrale con il lavoro.
Chi continua gli studi con la laurea magistrale è circa il 47% (la media nazionale è del 54%): il 39% è impegnato esclusivamente nella laurea magistrale, mentre, come si è detto, l’8% studia e lavora. Il 26%, non lavorando e non essendo iscritto alla laurea magistrale, si dichiara alla ricerca di lavoro.
Il lavoro stabile, contratti a tempo indeterminato e lavoro autonomo (lavoratori in proprio, imprenditori, ecc.), coinvolge, a un anno dalla laurea, 41,5 laureati occupati su cento di primo livello di Messina, un valore nettamente superiore alla media nazionale del 33%. Gli occupati che non hanno un lavoro stabile rappresentano il 58% (prevalentemente con contratti a tempo determinato, mentre il 15% è senza contratto).
Il guadagno (calcolato su chi lavora solamente) è in media di 949 euro mensili netti. A livello nazionale è di 1.008 euro.
L’analisi deve tenere conto che si tratta di giovani che in larga parte continuano gli studi, rimandano cioè al post laurea di tipo magistrale il vero ingresso nel mondo del lavoro. Occorre però tener conto che il contesto economico e del mercato del lavoro influenzano le strategie che i giovani mettono in atto, volutamente o meno, per massimizzare le proprie chance occupazionali. Non è un caso infatti che tra i giovani residenti al Sud e nelle Isole sia significativamente più elevata la quota che sostiene di essersi iscritta alla laurea di secondo livello perché questa è necessaria per trovare un lavoro, cui si aggiunge un’ulteriore quota che dichiara di aver optato per la prosecuzione della formazione universitaria non avendo trovato un lavoro.

A dodici mesi dalla conclusione degli studi, risulta occupato il 42% dei laureati magistrali, la media nazionale è del 56%. Il 14% dei laureati continua la formazione (a livello nazionale è il 14%). Chi cerca lavoro è il 44,5% dei laureati magistrali di Messina, è il 30,5% sul totale dei laureati.
A un anno dalla laurea, il lavoro è stabile per 41 laureati occupati su cento di Messina, più della media nazionale (34%). La precarietà riguarda il 58% del collettivo (prevalgono i contratti a tempo determinato; mentre i senza contratto sono l’11%).
Il guadagno è di 924 euro mensili netti, contro i 1.065 del complesso dei laureati magistrali.

Le crescenti difficoltà occupazionali incontrate dai giovani, neo-laureati compresi, negli ultimi anni si sono inevitabilmente riversate anche sui laureati di più lunga data, anche se occorre sottolineare che, col trascorrere del tempo dal conseguimento del titolo, le performance occupazionali migliorano.
I laureati biennali magistrali di Messina del 2009, intervistati a cinque anni dal titolo, sono 1.016, con un tasso di risposta del 72%.
Il 69% è occupato, la media nazionale è pari all’81%. L’8% risulta ancora impegnato nella formazione, oltre due punti percentuali in più rispetto al 6,5% del livello nazionale. Chi cerca lavoro è il 23% contro il 12% del complesso dei laureati. La quota di occupati stabili cresce apprezzabilmente tra uno e cinque anni dal titolo, raggiungendo il 69,5% degli occupati (è il 70% a livello nazionale).
Le retribuzioni nominali arrivano, a cinque anni, a 1.196 euro mensili netti (sono 1.356 euro a livello nazionale).

“I dati sono molto confortanti per l’Università di Messina, ha commentato Dario Caroniti, presidente C.o.p.(Centro Orientamento e Placement d’ Ateneo), la percentuale di occupati dei laureati del nostro ateneo nel primo anno dopo la laurea nel corso del 2014 allineano finalmente l’Università di Messina alle realtà del centro nord del paese, quelle economicamente più sviluppate dove maggiori sono le opportunità occupazionali. Si è riusciti a ottenere questi risultati grazie al miglioramento dei livelli didattici, ma anche grazie all’azione di incontro tra il mondo del lavoro e i nostri laureati, realizzato dagli uffici di placement. Le attività del C.o.p. dell’Ateneo di Messina e il conseguente utilizzo dei finanziamenti volti a incentivare le assunzioni dei neolaureati, ha proseguito Caroniti, hanno inciso per quasi il 20 per cento del dato fornito da Alma laurea, grazie ai 35 contratti di alto apprendistato e agli oltre duecento tirocini presso aziende locali e nazionali, sottoscritti con la mediazione del C.o.p.”.

Anche il rettore dell’Università di Messina, Pietro Navarra, si è detto soddisfatto del risultato ottenuto che tende ad incoraggiare ulteriormente i giovani studenti dell’ateneo peloritano.

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