La settimana scorsa l’invasione dei lavoratori dei servizi sociali a Palazzo Zanca, accolti, poi, dall’assessore, Nino Mantineo; nei giorni seguenti, le prese di posizione di tutte le sigle sindacali, che contestano all’Assessore “poca chiarezza”. Cominciano oggi gli Stati Generali dei Servizi Sociali, che dovrebbero, in teoria, fare il punto su tante situazioni disastrate di questo comparto.
La Cisl ha annunciato che non parteciperà a questo appuntamento, spiegando le motivazioni.
“Due anni di proposte, richieste di confronto, di appelli alla riorganizzazione sistematicamente ignorati. Adesso quelli che l’Amministrazione comunale chiama Stati Generali, per noi sono solo un convegno o, tutt’al più, due giornate di studio per garantire una vetrina e una passerella mediatica a tutti gli assessori ed esperti dello Comune, con l’intermezzo di qualche intervento tecnico-professionale”.
La Cisl alza la voce e si tira fuori dal “palcoscenico” degli Stati Generali che nelle intenzioni dell’Amministrazione comunale dovrebbe rappresentare la fase conclusiva del processo. “Dichiarazione, singolare, dell’assessore Mantineo – la definisce la Cisl – secondo il quale la due giorni è il frutto dei confronti e dei colloqui iniziati nello scorso mese di febbraio. Oggi, di fatto, l’assessore ammette che la gestione politico-amministrativa sul tema dei servizi sociali ha fallito e che c’è bisogno di uscire dalle sabbie mobili”.
La Cisl ricorda come “già nel febbraio 2014 il sindacato presentò una vera piattaforma per il riordino dei servizi sociali della città poi consegnata all’Assessore e alla Commissione consiliare dei Servizi Sociali. In quella occasione le proposte della Cisl sui Servizi Sociali furono quelle che vengono ribadite qui di seguito: il riordino del Dipartimento dei servizi sociali con la creazione di gruppi e staff di lavoro con riferimento a: Pianificazione, Controllo, Verifica, Valutazione, Formazione del Personale, Formazione degli Operatori; l’analisi dettagliata dei servizi-interventi sociali e socio-sanitari attualmente attivi; la criticità e gli obiettivi rilevati in ogni area di intervento;la rilevazione dei bisogni sul territorio; l’attivazione tavolo di concertazione allargata favorendo la partecipazione di tutti i soggetti pubblici e privati che insistono sul territorio (Comune, ASP, Ministero della Giustizia, Associazioni di Volontariato, Cooperative Sociali, Fondazioni, II.PP.AA.B., Enti Terzi, ecc.); la creazione Albo delle Cooperative Sociali mediante il sistema dell’accreditamento sulla base di criteri e modalità appositamente regolamentate;la creazione Albo degli Operatori operanti nel settore, finalizzato alla garanzia occupazionale ed alla riqualificazione e riconversione dei profili e delle professionalità; l’orientamento sulle priorità e sugli indirizzi gestionali e finanziari (Risorse proprie del bilancio comunale; Fondi Sociali Europei; Finanziamenti previsti da Leggi Nazionali e Regionali di Settore, risorse private); la creazione di un nuovo sistema di gestione dell’intero sistema dei servizi sociali volto a tutelare servizi qualitativi e quantitativi ed occupazione stabile; la creazione Carta dei Servizi”.
“Per la Cisl il punto da cui si deve partire per ritessere la “rete sociale” di un nuovo welfare, continua ad essere la “dimensione locale”, l’unica che permette di cogliere i caratteri peculiari di un luogo/territorio. Il locale è la dimensione adeguata per il protagonismo dei cittadini e, quindi, per la risoluzione dei loro bisogni; è il luogo del radicamento sociale; è la dimensione per valorizzare le reti locali istituzionali e sviluppare le reti comunitarie partecipative, garantendo i processi di aggregazione e di lotta alla marginalità”.
Per la Cisl quello che l’assessore presenterà nelle due giornate non è altro che la riedizione di ciò che ha presentato all’avvio degli Stati generali. “Ci chiediamo quali dei contributi richiesti e pervenuti siano stati presi in considerazione”, affermano da viale Europa. “C’era e c’è bisogno – sottolineano i rappresentanti della Cisl – di mettere insieme le Istituzioni con le loro rappresentanze politiche per assumere impegni precisi. Ripercorrendo le tappe degli ultimi anni, è possibile riscontrare i contributi che la Cisl ha voluto dare al tema: dalla piattaforma per il riordino dei Servizi Sociali, allo studio sulle IPAB, ai contributi al tavolo della programmazione dei fondi 328, dei PAC, della gestione dei servizi sociali. Serve l’individuazione dei criteri di accreditamento delle Cooperative e degli Enti del Terzo Settore e del Volontariato, criteri generali per la costituzione nell’albo unico degli operatori, ristrutturazione e riordino del dipartimento, forme giuridiche possibili per la il riordino e gestione dei servizi sociali
“Gli Stati Generali – precisa la Cisl – dovevano concludersi con la sottoscrizione di un protocollo di intesa tra tutti gli attori coinvolti dando così immediatamente avvio alle fasi operative quali il coinvolgimento e la partecipazione delle Istituzioni attraverso l’individuazione delle risorse impegnate nei rispettivi bilanci e disponibili per una necessaria messa in rete. Al tavolo della “due giorni” dovevano sedere anche i direttori delle Aziende Sanitarie, i presidenti e i commissari delle Ipab, il Comitato dei Sindaci o meglio ancora i rappresentanti dell’Area Omogenea Distrettuale e il Commissario della Provincia Regionale anche nella logica della futura Città Metropolitana, i rappresentanti del Terzo Settore e del Volontariato. per conoscere quali impegni politici, finanziari e gestionali verrebbero assunti in una prospettiva futura di riordino dei servizi sociali”.
“Dall’impostazione data ai lavori – attacca la Cisl – si capisce come questa Amministrazione utilizzi la politica degli annunci chiamandole riforme o innovazioni e la parata di oggi e domani ci sembra il tentativo di un rilancio e di una verifica dell’attività politica del gruppo accorintiano”.
Posti così, gli Stati Generali per la Cisl sono “interventi senza sostanziali soluzioni”.
La Cisl di Messina con le Federazioni dei Pensionati, del Pubblico Impiego e dei Medici, quindi, ritengono di non dover partecipare a passerelle e ripropongono la proposta di una piattaforma che rispecchia le reali esigenze, i bisogni della gente e le soluzioni individuate. Proposte concrete, reali, fattibili.
L’assessore, invece, ci parla di linee guida per il prossimo triennio e da questo si capisce che non c’è nessuna intenzione a darsi un nuovo modello di gestione ed erogazione dei servizi sociali. Non parteciperemo, quindi, perché non riteniamo proficuo questo metodo di azione, ma vigileremo e saremo attenti a ciò che si metterà in campo, guardando anche a quanti dietro le quinte aspettano di mettere mano al sistema servizi sociali a discapito dei bisogni della gente, dell’occupazione, della solidarietà, del bene comune di una comunità stanca avvilita e sfiduciata”.
(320)