Esplode la rabbia dei precari comunali che questa mattina hanno sfilato in corteo a Palazzo Zanca fino ad arrivare all’ufficio di Antonio Le Donne. Capitanati dalla segretaria Cgil Clara Croce, i dipendenti hanno letteralmente piantonato la stanza del segretario generale invocandolo con cori e urla ad uscire allo scoperto. Dopo varie insistenze, Le Donne ha accettato di partecipare ad un confronto che si è tenuto all’interno della sala consiliare.
Il motivo della protesta è ormai noto. I precari puntano il dito contro la delibera esecutiva emanata dall’amministrazione comunale che stabilisce 14 ore settimanali di lavoro per un corrispettivo di 300 euro mensili. Una miseria per molte famiglie che ogni mese devono fare i salti mortali per far quadrare i conti. E nel frattempo 135 dipendenti sono stati mandati a casa.
Visibilmente contrariato, Le Donne ha lasciato sfogare i manifestanti per poi chiarire i contorni dell’atto amministrativo. “Se ci foste stati voi al mio posto – ha spiegato il segretario generale – non credo che avreste potuto fare meglio. Fin dall’inizio ho preso a cuore le sorti dei precari comunali e attualmente l’unico modo per ottenere il vostro passaggio a tempo indeterminato è quello di accettare i termini della delibera. Successivamente potrete entrare di ruolo e il vostro monte ore potrà essere ricontrattualizzato anno per anno. E’ inoltre possibile – ha precisato Le Donne – integrare con i progetti obiettivo che consentirebbero di avere più soldi a fine mese, uniti allo stipendio relativo alle 14 ore”.
Le Donne parla di futuro, ma i precari comunali sono ormai con l’acqua alla gola e pretendono risposte certe fin da subito. “Ridiscuteremo la delibera con il segretario Le Donne – ha spiegato Clara Crocè – chiediamo un contratto di 18 ore subito per le categorie A e B, anticipando la stabilizzazione al 2017”.
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