Ferrovie, Orsa: “A rischio 111 milioni di euro e il contratto di servizio”

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Da un’emergenza all’altra. Se la crisi idrica è fortunatamente in via di risoluzione, lo stesso non si può dire per i disagi patiti quotidianamente da messinesi e siciliani che tentano con ostinazione di utilizzare le ferrovie dell’Isola. Ieri mattina il sindacato Orsa ha presidiato un tavolo di confronto sull’attuale situazione del trasporto sul ferro in Sicilia. Ad emergere è stato un quadro allarmante.

“Il contratto di servizio del trasporto regionale della Sicilia con Trenitalia, ad un passo dalla firma . spiega l’Orsa – rischia di essere bloccato e con esso perdersi 111 milioni di euro ed importanti investimenti per l’acquisto di nuovi treni , vittima delle diatribe politiche di un Governo regionale che  dovrebbe avere la dignità’ una volta per tutte di dimettersi. La firma del contratto, ancora una volta sembra rimandata a data da destinarsi, per il ritiro della delega all’assessore regionale ai Trasporti e alle Infrastrutture Giovanni Pizzo, a cui questo sindacato non ha nel tempo risparmiato critiche e contestazioni per posizioni che penalizzavano l’area dello stretto e allontanavano la Sicilia dal resto d’Italia . Oggi all’assessore, decaduto insieme ad altri componenti della giunta Crocetta, manca lo strumento per dare mandato di firma del contratto al Dipartimento Trasporti. Un Contratto di servizio -continua il sindacato – che sembrava in dirittura d’arrivo ma che restava avvolto da un alone di mistero e di cui le parti sociali non sono state minimamente partecipate”.
La situazione è seria, a rischio i piani futuri che le Fs avevano programmato per la Sicilia. “Allo stato dell’arte – precisa l’Orsa –  resta in dubbio tutto il progetto che Trenitalia prevedeva per il trasporto pendolare al prossimo cambio orario del 13 dicembre ivi compresi i collegamenti veloci sulle direttrici Palermo – Catania – Messina ma anche l’avvio della metroferrovia nel capoluogo Peloritano. E nel limbo occupazionale restano nuovamente i lavoratori ex Ferrotel la cui ricollocazione era vincolata nella stipula dell’atto “.
E il panorama del trasporto su ferro nell’intera regione è ancor più desolante. “Un bollettino da guerra” lo definisce l’Orsa. Al momento secondo la nota stampa risulta:
– Chiusa la linea FS Palermo – Catania per uno smottamento franoso vicino Caltanissetta
– Utilizzabile solo a singhiozzo la linea Catania – Messina per le continue frane e la fragilita’ idrogeologica tra le stazioni di Letoianni e Fiumefreddo
– Chiusa dal 2011 la linea ferroviaria tra Caltagirone e Gela per il crollo di un ponte a Niscemi
– Chiusa la Palermo – Trapani via Milo per una frana sulla sede fs risalente al 2013
– Appena riaperta la linea Fs Palermo – Agrigento ma utilizzabile solo parzialmente dopo cedimenti strutturali e franosi .

E il trasporto marittimo non sta certo meglio. “Le navi  Bluferries – spiega Orsa-  abbandonano il porto storico nel silenzio più totale della politica cittadina e vengono mantenuti solo i collegamenti veloci da Messina a Villa SG , utilizzati da 350 mila utenti l’anno, senza sovvenzioni Ministeriali nonostante il servizio non possa reggersi a mercato ma abbia una indubbia valenza sociale non sono regolati da contratto di servizio e si protraggono per inerzia in continue proroghe ( siamo all’ottava ) con il rischio di sospensione  da un giorno all’altro.  La schizzofrenia politica invece del Governo centrale affida con un ricco bando da 28 milioni di euro  il servizio veloce Messina – Rc dove viaggiano annualmente oltre 900 mila pendolari e quindi di per se piu’ remunerativo al vettore privato che se l’e’ aggiudicato. Ma anche qui , inspiegabilmente non e’ stato previsto il collegamento diretto marittimo con l’aereoporto Tito Minniti , che nell’ottica dell’area integrata dello stretto , dovrebbe da sempre essere lo scalo anche dei messinesi con un possibile bacino di utenza tra le provincie di Messina e Reggio di oltre un milione e mezzo di utenti . Il collegamento marittimo con l’aeroporto invece resta da sempre un’incompiuta per mancanza di una seria strategia e programmazione politica e ci si avventura in esperimenti di piccolo cabotaggio coinvolgendo la sospetta “buona volonta’” del gruppo Caronte&Tourist ma sancendo di fatto la precarieta’ dello scalo reggino che non raggiungendo i 400 mila passeggeri l’anno per strani giochetti politici rischia la chiusura”.

L’annosa Vertenza dello Stretto – continua la nota –  non si è mai conclusa, la lotta dei lavoratori, sostenuti unicamente dal sindacato di base, sta solo ritardando la dismissione definitiva del servizio essenziale garantito da Ferrovie ma i programmi di smantellamento restano invariati. Nello Stretto si vivacchia navigando nell’incertezza,  sono sempre  meno  le datate navi utilizzate per il trasporto ferroviario a lunga percorrenza, il progetto di “spezzare il carico” e appiedare in riva allo Stretto l’utenza in viaggio da e per la Sicilia è sempre vigente. Il Governo centrale, supportato da esponenti della giunta regionale, ha tentato di propagandare per modernizzazione la dismissione del servizio universale da e per la Sicilia ma il vero obiettivo è l’ennesimo taglio alle sovvenzioni per il trasporto ferroviario in meridione mentre al nord non si bada a spese per potenziare l’alta velocità costata 32 miliardi di euro.
 A rendere più cupo lo scenario generale contribuisce la scadenza del contratto con lo Stato  per il finanziamento del servizio universale nazionale che consente i collegamenti nord-sud con un centinaio di Intercity e Intercity notte, indispensabili per garantire la mobilità in Regioni come la Sicilia e tratte ferroviarie non toccate dall’Alta Velocità. Il contratto di servizio è scaduto a dicembre,  Trenitalia lo garantirà in proroga per tutto il 2015 ma siamo prossimi alla fine dell’anno e non si ha alcuna notizia  della nuova gara per l’affidamento. L’Orsa  denuncia da anni la progressiva riduzione della qualità del servizio dei treni ,il progressivo smantellamento dei convogli della Lunga Percorrenza; il declino del livello qualitativo, i tempi di percorrenza troppo dilatati… ma a poche settimane dalla scadenza della proroga dobbiamo registrare il silenzio assoluto da parte istituzionale riguardo al futuro del trasporto universale, Il mancato finanziamento del servizio da parte dello Stato ne vedrebbe la definitiva soppressione senza  valida alternativa per l’utenza”.
“Alla luce dei fatti – conclude Orsa – è indispensabile una reazione del territorio al fianco di movimenti e sindacalismo di base per mettere la parola fine all’abbandono del trasporto meridionale che ha visto l’ex assessore Pizzo condividere i piani di smantellamento proposti dal Governo centrale . I siciliani devono pretendere pari dignità, Treni veloci a lunga percorrenza su navi moderne; incremento del servizio universale ridotto ai minimi termini, treni regionali efficienti, decorosi e puntuali su rete ferroviaria rinnovata; metropolitana del mare per i pendolari dello Stretto e collegamento diretto con il Tito Minniti … una cosa non deve escludere l’altra, noi vogliamo tutto”.

 

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