Sul terremoto giudiziario che ha colpito Messinambiente interviene la Cisl Messina con una nota del segretario Tonino Genovese. “La nuova bufera su Messinambiente dimostra come nel ciclo dei rifiuti non bisogna mai abbassare la guardia, bisogna stare sempre attenti e come gli interessi che gravitano intorno a questa materia continuano a travalicare quella della buona amministrazione, della correttezza e della legalità”.
“Diventa fondamentale – continua Genovese – alzare la guardia sulla gestione dei servizi pubblici sul nostro territorio entrando nel merito dell’utilizzo delle risorse e dei percorsi utilizzati per la gestione e l’amministrazione degli appalti e dei subappalti”. Genovese invoca la necessità di un immediato confronto. “Un momento di riflessione diventa fondamentale – precisa – tenuto conto che i costi di servizi adesso al minimo storico sono schizzati alle stelle e che i lavoratori hanno il diritto di essere messi nelle condizioni di dare il loro contributo con serenità e legalità. Serve un confronto condiviso e trasparente che coinvolga tutte le forze in campo, dall’Amministrazione alle Organizzazioni sindacali e ai portatori di interessi, per decidere una volta e per tutte qual è lo strumento migliore di governo e gestione dei servizi pubblici del comune di Messina”.
Il segretario generale della Cisl messinese, infine, affronta il tema dell’accorpamento delle Municipalizzate. “Visto il momento, prima di procedere alla costituzione di Multiservizi o SuperAmam, è forse il caso di verificare sino in fondo tutti gli aspetti che entrerebbero in gioco mettendo insieme settori delicati e con tanti interessi, per evitare che sia compromessa l’attività, non si riesca ad offrire servizi adeguati e che, alla fine, la gestione economica sia scaricata tutto sui cittadini”.
E sulla vicenda interviene anche la Cgil. Un quadro inquietante – evidenzia il sindacato – quello che emerge dall’inchiesta sulla gestione di Messinambiente che, al di là delle responsabilità penali che dovranno essere accertate, indica già adesso ed in maniera precisa dove stiano le responsabilità reali per le frequenti crisi che hanno spesso lasciato la spazzatura per strada e per le bollette carissime. Se saranno accertati i fatti indagati dalla magistratura denunciano inoltre l’assenza, se non forse peggio, di qualsiasi controllo del comune – nel periodo osservato- sulle partecipate di cui è proprietario. Plauso e sostegno all’azione della magistratura che scoperchia così ancora una volta la cattiva gestione della cosa pubblica, rischiando di restare ormai l’unico organo di controllo in questa città. Sarà necessario – prosegue la Cgil – fare piena e definitiva luce su questi gravissimi fatti così come occorrerà fare chiarezza su cosa evidentemente sembra non aver funzionato nell’azione di controllo amministrativo dell’ente locale e aprire quindi una riflessione su costi e qualità del servizio. Se risulterà vero che si pagavano sanificazioni dei cassonetti non fatte, controlli per manutenzione automezzi non eseguiti, polizze assicurative al doppio o al triplo del loro valore, se si favorivano alcuni dipendenti a discapito di altri e se su tutto ciò maturavano tangenti, ecco spiegate le responsabilità, dell’immondizia per strada e non di tariffe così alte. Ma anche quella di ingiustificati incidenti mortali sul lavoro, come quella inaccettabile del lavoratore Nino Tomasello.
Se saranno accertati i fatti – si evidenzia – bisognerà fare chiarezza anche sulle reali cause dell’indebitamento della partecipata e dell’inserimento di questi debiti nel piano di riequilibrio, perché sarebbe ingiusto alla fine far pagare ai cittadini, oltre alle bollette già troppo esose, anche il prezzo delle tangenti. Al di là di eventuali responsabilità penali si dovrà accertare chi ha controllato i bilanci della partecipata e chi li ha approvati senza accorgersi di fatti così macroscopici con la conseguenza di legittimare situazioni debitorie frutto di malagestione.
La conduzione della società che emerge dalle indagini – evidenzia ancora la Cgil – ipotizza responsabilità precise che non sono quelle dei lavoratori – troppe volte ingiustamente additati come colpevoli dei disservizi e del costo delle bollette – ma la corruttela di funzionari e imprenditori.
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