Aumenta l’occupazione in Sicilia: il numero di occupati è salito a 1 milione 363 mila, vale a dire 12 mila unità in più nel 2017. A segnalarlo è la 48esima edizione del Report Sicilia elaborato da Diste Consulting per la Fondazione Curella, dal titolo, piuttosto eloquente: “Si riprende a camminare, ma serve correre”.
L’economia della Regione, stando ai dati, sta crescendo, ma lentamente e rispetto al 2016 ha guadagnato 1 punto percentuale. «Sebbene dal 2015 – ha precisato Alessandro La Monica, responsabile operativo del Report Sicilia – in coincidenza con l’inizio della ripresa, siano stati creati 42 mila posti di lavoro, il deficit occupazionale sul 2007 si mantiene attorno a 117 mila unità (-7,9%), mentre a livello nazionale si registra un guadagno di oltre 130 mila occupati».
Crescono anche investimenti e consumi, ma sempre con moderazione. Sebbene i segnali positivi ci siano, come si legge nel report presentato ieri mattina a Palermo, sembra sia ancora presto per parlare di uscita dalla crisi: le incognite sono troppe e i posti di lavoro creati nell’ultimo triennio (2015-2017) sono per lo più precari e a basso salario. Secondo le stime, tra l’altro, più di 200 mila famiglie residenti vivono ancora in assoluta povertà.
Il tasso di disoccupazione, si legge nel documento, ha toccato quota 21,5%, scendendo di 0,6 punti rispetto all’anno precedente, ma aumentando di 8,7 nell’arco dei dieci anni. Disoccupazione che si concentra maggiormente sulla fascia maschile compresa tra i 25 e i 44 anni, mentre la componente femminile inizia ad affermarsi più facilmente nel settore dei servizi, sebbene spesso a tempo parziale.
Il report, inoltre, segnala una “senilizzazione” del mercato del lavoro. Negli ultimi anni l’età media degli occupati è salita, infatti, dal 2007 al 2016 da 40 a 44 anni. Tra l’altro, resta problematica la questione della disoccupazione giovanile, che si mantiene alta, intorno al 58%.
In calo il settore dell’agricoltura, svantaggiato dalle condizioni climatiche avverse dell’ultimo periodo. Aumentano, invece, del 3,1% gli investimenti in macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto, incoraggiati dalle agevolazioni fiscali; mentre il settore delle costruzioni stenta a prendere il lancio, e risente, tra le altre cose, dell’accumulo di immobili invenduti. «In Sicilia – si legge nel report – circa 400 mila edifici residenziali sono in pessimo stato di conservazione e presentano carenze strutturali e consumi energetici altissimi».
«La lenta ripresa non è ancora accompagnata da un rilancio degli investimenti in Sicilia» ha commentato il vicepresidente della Regione e assessore regionale dell’Economia, Gaetano Armao, alla fine della conferenza di presentazione del Report.
«La spesa europea deve ancora partire, ma non potrà che sortire effetti limitati – ha concluso Arnao. Occorre investire in conoscenza, puntare a una Regione innovatrice che attragga investimenti mediante la leva fiscale e sostenga nuove iniziative imprenditoriali».
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